mercoledì 20 agosto 2008

LA GENESI, LA NATURA E L’UOMO : UN LEGAME ANCESTRALE MA SPESSO DIMENTICATO DALL'UOMO.


«E Dio disse: Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra. Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e disse loro: Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra.» (Genesi 1,26-28) «Il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente. » (Genesi 2,7) «Con il sudore del tuo volto mangerai il pane; finché tornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere tornerai!». (Genesi, 3,19) «Il Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo da dove era stato tratto». (Genesi, 3.23)
In questi versetti della Genesi è racchiuso tutto il progetto divino riguardante l’umanità ed il rapporto uomo-natura. L'essere umano, creato con lo stesso materiale della terra, è passato da una posizione di puro dominio ad una posizione di dipendenza dalla natura, la quale fornisce all’umanità i mezzi per la sussistenza ma è anche dotata di una sua vita autonoma. Si può dominare e soggiogare, ma entro determinati limiti e particolari condizioni. L' uomo non ne può disporre secondo il suo egoismo (questo concetto non esiste nelle Sacre Scritture) in quanto agendo in questo modo si autodistrugge.
La Natura, che è eterna, ristabilisce continuamente gli equilibri alterati eliminando gli elementi squilibranti. Con la cacciata dall’Eden l’uomo, essendo dotato di libero arbitrio, diventa l’unico elemento squilibrante del sistema perché ne è costretto per sopravvivere. Altera col proprio lavoro gli equilibri naturali in un processo continuo che va sotto il nome di antropizzazione. Esempi di questo processo sono il disboscamento al fine di ottenere zone edificabili o coltivabili, la coltivazione stessa e lo sbancamento del terreno per la costruzione di strade. L’azione umana può innescare processi irreversibili, come l’impoverimento dei terreni e il loro isterilimento che dipendono fortemente dall’uso di un territorio, dal modo di coltivarlo e di sfruttarlo.
Allora, qual è il rapporto tra l'uomo e la Natura? Nel pensiero biblico l'uomo è al centro del creato ed è posto al vertice della creazione, concetto rafforzato con l'affermazione: “Dio fece l'uomo a sua immagine e somiglianza”, che troviamo nel libro della Genesi. Nella Lettera di San Paolo ai cristiani di Roma leggiamo questo brano: «La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; essa infatti è stata sottomessa alla caducità, non per suo volere ma per volere dì colui che l'ha sottomessa, e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per essere nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo infatti bene che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo» (Rm 8,19-23). Un brano enigmatico, difficile da interpretare tranne che, quando San Paolo dice: “il fatto di avere un corpo unisce l'uomo al cosmo.” Il libero arbitrio, che ha permesso ad Adamo di mangiare la mela del peccato, è lo stesso che ogni giorno Dio ci ha dato. Pensiamo inoltre se il clonare gli animali, il tentare di creare nuove specie, il sostituire le piante che hanno nutrito per millenni il genere umano sono davvero una conquista o l’inizio della fine? Inoltre, è sufficiente sfogliare le pagine di qualsiasi quotidiano e seguire i telegiornali per sentire parlare di frane, inondazioni, slittamenti di paesi collinosi a valle o di rifiuti che hanno dato delle accelerazioni di alcune malattie mortali e difficili da gestire per capire l’importanza e la responsabilità delle nostre scelte. Tutte cose che dipendono da noi e che sono manifestazione di comportamenti di vita basilari che si traducono anche nel voto con il quale scegliamo chi gestirà il rapporto uomo-natura. Il nostro pianeta non è certamente l’Eden ma è bello ed interessante e bisogna averne rispetto e cura anche se molti sembrano averlo dimenticato.

articolo pubblicato su: http://www.pontifex.lazio.it/

scritto da: Alessia Saggese, Vincenzo Piscicelli

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