martedì 27 maggio 2008

Digitalis purpurea




Chi ha avuto modo di seguire qualche documentario sugli animali, o si è trovato a leggere libri sul loro comportamento, ha imparato che spesso gli insetti sono attratti dai colori dei fiori. Colori che a volte traggono in inganno e portano l’animale alla morte. Lo stesso può succedere all’uomo se non ha una buona conoscenza di certe piante ma se ne lascia attrarre semplicemente dal colore. Tra queste, la Digitalis purpurea è stata studiata a fine ‘700 dal professor William Withering dell’Università di Edimburgo, che ne ha scoperto l’utilità nel trattamento dello scompenso cardiaco. Pianta appartenente alla famiglia delle Scrophulariaceae, la Digitalis agisce sul cuore diminuendone il numero delle contrazioni e aumentando la pressione arteriosa. È efficacissima negli edemi polmonari e nelle stasi venose. Occorre tuttavia ricordare che la Digitale non viene eliminata rapidamente dall’organismo e può quindi dar luogo a fenomeni di accumulo; va pertanto somministrata con grande prudenza e sotto il controllo medico, perché velenosa in dosi non terapeutiche. Quest’erba perenne dal fusto poco ramificato è caratterizzata dal color porpora dei suoi fiori. Cresce spontanea in tutti i luoghi selvatici e montuosi della nostra Penisola, ma viene anche coltivata a scopo industriale per estrarne prodotti farmaceutici. In passato era considerata emetica, purgativa e colagoga. Emetica perché in grado di stimolare il vomito; purgativa perché aiuta la diuresi; colagoga perché stimola la secrezione biliare. Della pianta vengono utilizzate soprattutto le foglie. Queste vengono raccolte nel secondo anno di vita della piantina, al momento della fioritura che avviene tra maggio e luglio. Vengono fatte essiccare a temperature inferiori ai 40°C sia all’ombra che al sole, ma rapidamente, per evitarne la fermentazione che può avvenire anche in seguito, in presenza di umidità e di calore adatto.
Usi:
Preparazione di un infuso con azione diuretica:
si prendono 10 gr si foglie secche e polverizzate;
si mettono in un litro d’acqua bollente;
va quindi presa a tazzine nelle 24 ore.

Noto in passato era il vino di Trusseau preparato con Digitale ed altre erbe ad azione collaterale.
Ingredienti:
10 gr di parti di Digitale secche
squame di scilla 25 gr
acetato di potassio 100gr
marsala 200gr
alcool a 60°C 200gr.
Preparazione: si lasciano macerare le erbe nell’alcool, agitando spesso, per la durata di 5-6 giorni, quindi si passano attraverso un panno e si aggiunge infine l’acetato di potassio e il marsala: si lascia ancora riposare, si filtra e si può conservare a lungo, quale diuretico e cardiotonico, da utilizzare a piccoli bicchierini.

N. B.
Ad ogni buon conto è sempre meglio acquistare in farmacia i rimedi estratti da essa. Oltrepassando le dosi terapeutiche, si possono avere i primi sintomi di avvelenamento, che si manifesta con rallentamento del polso, vomito, diarrea, sudori profusi, pupilla dilatata, emissione involontaria di orina. In attesa del medico si provvede a svuotare lo stomaco provocando il vomito e praticando clisteri purgativi, si somministra caffè forte e stimolanti e si dispone il paziente in assoluto riposo in posizione orizzontale.

Curiosità:
Questa’erba che fra i vari effetti può quindi causare intorpidimento, veniva usata dalle ianare durante i loro riti magici. Le ianare altro non erano che semplici donne note a Benevento per i loro “poteri magici” che altro era che una buona conoscenza delle proprietà di alcune piante.
In letteratura:
Il poeta decadente Giovanni Pascoli ha intitolato una poesia a questa pianta officinale.



Il bordone - L' aquilone
"Digitale Purpurea "

I Siedono. L'una guarda l'altra. L'unaesile e bionda,

semplice di vestie di sguardi; ma l'altra, esile e bruna, l'altra...

I due occhi semplici e modestifissano gli altri due ch'ardono.

«E mainon ci tornasti?» «Mai!» «Non le vedesti più?»

«Non più, cara.» «Io sì: ci ritornai;e le rividi le mie bianche suore,

e li rivissi i dolci anni che sai;

quei piccoli anni così dolci al cuore...»L'altra sorrise.

«E di': non lo ricordiquell'orto chiuso?

i rovi con le more?

i ginepri tra cui zirlano i tordi?i bussi amari? quel segreto cantomisterioso, con quel fiore, fior di...?»

«morte: sì, cara». «Ed era vero? Tantoio ci credeva che non mai, Rachele,sarei passata al triste fiore accanto.

Ché si diceva: il fiore ha come un mieleche inebria l'aria; un suo vapor che bagnal'anima d'un oblìo dolce e crudele.

Oh! quel convento in mezzo alla montagnacerulea!» Maria parla: una manoposa su quella della sua compagna;

e l'una e l'altra guardano lontano.


II
Vedono. Sorge nell'azzurro intensodel ciel di maggio il loro monastero,pieno di litanie, pieno d'incenso.
Vedono; e si profuma il lor pensierod'odor di rose e di viole a ciocche,di sentor d'innocenza e di mistero.
E negli orecchi ronzano, alle bocchesalgono melodie, dimenticate,là, da tastiere appena appena tocche...
Oh! quale vi sorrise oggi, alle grate,ospite caro? onde più rosse e lietetornaste alle sonanti camerate
oggi: ed oggi, più alto, Ave, ripete,Ave Maria, la vostra voce in coro;e poi d'un tratto (perché mai?) piangete...
Piangono, un poco, nel tramonto d'oro,senza perché. Quante fanciulle sononell'orto, bianco qua e là di loro!
Bianco e ciarliero. Ad or ad or, col suonodi vele al vento, vengono. Rimanequalcuna, e legge in un suo libro buono.
In disparte da loro agili e sane,una spiga di fiori, anzi di ditaspruzzolate di sangue, dita umane,
l'alito ignoto spande di sua vita.
III
«Maria!» «Rachele!» Un poco più le manisi premono. In quell'ora hanno vedutola fanciullezza, i cari anni lontani.
Memorie (l'una sa dell'altra al mutopremere) dolci, come è tristo e pioil lontanar d'un ultimo saluto!
«Maria!» «Rachele!» Questa piange, «Addio!»dice tra sé, poi volta la parolagrave a Maria, ma i neri occhi no: «Io,»
mormora, «sì: sentii quel fiore. Solaero con le cetonie verdi. Il ventoportava odor di rose e di viole a
ciocche. Nel cuore, il languido fermentod'un sogno che notturno arse e che s'eraall'alba, nell'ignara anima, spento.
Maria, ricordo quella grave sera.L'aria soffiava luce di balenisilenzïosi. M'inoltrai leggiera,
cauta, su per i molli terrapienierbosi. I piedi mi tenea la foltaerba. Sorridi? E dirmi sentia: Vieni!
Vieni! E fu molta la dolcezza! molta!tanta, che, vedi... (l'altra lo stuporealza degli occhi, e vede ora, ed ascoltacon un suo lungo brivido...) si muore!»

lunedì 26 maggio 2008

Parietaria officinalis o erba muraiola


L’uso di piante officinali curative è antico e risale agli albori della civiltà. Sin dal Neolitico, infatti, le piante erano usate con un duplice scopo: la nutrizione e la cura del corpo. I meccanismi di funzionamento delle sostanze vegetali rimasero tuttavia per molto tempo inspiegati e circondati da un alone di mistero, adoperate solo da sacerdoti e persone ritenute dotte. Oggigiorno tali piante sono utilizzate principalmente come correttori di gusto. Sono presenti, infatti, in molti farmaci o preparazioni galeniche dal sapore originariamente sgradevole per conferire un aroma particolare ,ad es. di mirtillo o di fragola. Fra le piante officinali si può annoverare la parietaria (Parietaria officinalis, L.) la cui fama è legata principalmente alle fastidiose reazioni allergiche che scatena, soprattutto nei cambi di stagione. La parietaria appartiene alla famiglia delle Urticacee e i suoi fiori sono fra i maggiori imputati, insieme a quelli della betulla, delle reazioni allergiche primaverili. Il polline di parietaria è tra gli allergeni più importanti nel bacino mediterraneo. Non tutti conoscono però le proprietà curative dell’“erba muraiola”( cosiddetta per la sua caratteristica di trovarsi soprattutto lungo i muri e nelle zone incolte) e il suo utilizzo in ambito culinario In un passato non tanto remoto, i bambini per giocare e trascorrere del tempo andavano in giro per le campagne a raccogliere le foglie di parietaria le quali, ricche di peli adesivi, ben si prestavano a fare decori su magliette e tovaglie. Essa veniva inoltre adoperata per pulire l'interno delle bottiglie e dei fiaschi grazie al potere appiccicante delle sue foglie. Contenendo inoltre nitrato potassico, tannino flavonoidi, zolfo e sostanze mucillaginose viene usata in ambito erboristico per le proprietà diuretiche, emollienti e rinfrescanti. L’ azione diuretica è tanto più potente, quanto più fresca è la pianta. Si usa in infuso, da sola o associata a piante con azione sinergica. La sua ruvidezza impedisce di consumarla cruda; essa va cotta quindi come l'ortica e gli spinaci, ma ciò non ne diminuisce il sapore, né l'apporto di elementi nutritivi. Viene usata per preparare ottimi minestroni che colora di un verde intenso.



Maccheroncini alla parietaria
Ingredienti:200 g di maccheroncini100 g di parietaria50 g di besciamellasalepeperoncino rosso in polvere.Preparazione:Lessate la parietaria al vapore. A cottura ultimata scolatela, regolatela di sale e frullatela. Ponetela in un tegame posto sul fuoco, quindi amalgamate la besciamella e lasciate restringere un pò il composto. Unite il peperoncino in polvere e condite con questa salsa i maccheroncini scolati ala dente.Infuso Mettere una manciata di parietaria tritata, fresca o essiccata, in 1 l d'acqua bollente.Lasciate riposare per 20 minuti quindi dolcificate con zucchero.


P.S.
Sconsiglio vivamente di preparare questo piatto a chi è allergico a questa pianta come me!

venerdì 23 maggio 2008



Giornata europea dei Parchi: Non tutta la Campania festeggia...


"La Natura: un ponte per superare i confini"



Avrà luogo, in tutta Italia, sabato 24 maggio, la giornata europea dei Parchi. Il tema sarà "La Natura: un ponte per superare i confini". Anche quest’anno si ripete l'iniziativa della Federazione Europea dei Parchi di ricordare il giorno in cui, nell'anno 1909, venne istituito in Svezia il primo Parco europeo. Giornata che viene ricordata e festeggiata in tutta Europa. In Italia, in particolare, la data del 24 maggio sarà la giusta occasione per dare il via ad un ricco programma che comprenderà incontri, escursioni, mostre ed attività ambientali, a cura dei singoli Enti. Il Parco nazionale del Vesuvio parteciperà con una serie di significativi eventi che si concludono oggi con visite guidate per i meravigliosi sentieri naturalistici di cui può vantare. È stata organizzata per l’occasione una visita guidata sui seguenti sentieri tre, quatro e cinque. Il sentiero numero tre riguarda la conservazione del patrimonio naturale e le opere di difesa del dissesto idrogeologico a cura del Parco Nazionale del Vesuvio. Il sentiero è accessibile anche per visitatori con disabilità motoria e visiva. Il sentiero numero quattro riguarda la Riserva Tirone Alto Vesuvio a cura del Parco Letterario del Vesuvio e La Porta del VesuvioValle dell'Inferno, accesso da Ercolano, ingresso Imbò: Storia e Mito tra i due Vulcani, a cura del Parco Nazionale del Vesuvio. Il sentiero numero cinque riguarda Gran Cono del Vesuvio ed è a Cura delle Guide Vulcanologiche. La visita è a numero chiuso e con prenotazione obbligatoria al n. 337942249. in questa giornata di festa c’è una nota di tristezza. Mentre a Napoli la festa procederà alla grande, per le riserve regionali Foce Sele Tanagro e Monti Eremita Marzano, in provincia di Salerno non ci saranno festeggiamenti. “La causa è semplice -ci spiega Vincenzo Armenante, vicepresidente della sezione Valle del Sele del WWF- non funziona l’Ente perché mancano gli organi di gestione. Il presidente fu nominato nel 2005 ma non è stato mai presente sul territorio durante il suo mandato, fino alla sua dimissione che si è avuta nel 2007. Non essendoci un Ente di Gestione si opera in ordine sparso nel senso che ognuno agisce, propone e utilizza il territorio secondo la propria visione economica ed ecologica, ottenendo risultati alterni che in alcuni casi sono stati dirompenti sull’ecosistema. La nascita dell’Ente di Gestione, che spero avvenga presto, sarà un punto di riferimento preciso e responsabile che opererà col compito di conservare, valorizzare e creare economia in maniera coordinata e con la massima compattezza e condivisione. Voglio sottolineare che il ruolo del WWF sarà collaborativo al massimo in tutto ciò che riguarda il rispetto del territorio e lo sviluppo duraturo, ma sarà altrettanto fermo nel denunciare eventuali danni agli ecosistemi naturali”.

Pubblicato: sabato, 24 maggion 2008

martedì 20 maggio 2008

Il seguente articolo è un omaggio/benedizione di don Marcello Stanzione a questo blog neonato.

ECOLOGIA, ECOLOGISMO E CHIESA CATTOLICA





Da oltre quarant’anni la questione dell’ambiente si è sempre più imposta all’attenzione pubblica mondiale e il cattolicesimo, attraverso il magistero sociale dei pontefici e attraverso le dichiarazioni di numerose conferenze episcopali, ha proposto come soluzione del fenomeno una precisa strategia che avesse come base una visione teologica, biblica ed etica che rinunciasse alle semplici citazioni dei luoghi comuni da tutti condivisi. Recentemente il cardinale Renato Raffaele Martino ha spiegato che la Santa Sede parteciperà all’esposizione internazionale su: “Acqua e sviluppo sostenibile” che si svolgerà a Saragozza dal 14 giugno al 14 settembre e che tale decisione farà da contrappunto a certe catastrofiche concezioni ambientaliste, che sono portate avanti da molti gruppi apocalittici, sia di stampo religioso che di stampo politico. Con il termine “ecologia” si intende lo studio scientifico della situazione ambientale del nostro pianeta, le cause del suo degrado e gli opportuni interventi per il miglioramento della situazione.
L’ecologia è una scienza relativamente recente, il suo nome risale al 1866 e le fu dato da Haeckel. Solo agli inizi del 1900 si svilupparono ampiamente la climatologia, la pedologia, la fisiologia geografica vegetale e animale. Nel 1949 W. C. Allee in collaborazione con altri scienziati compose “Principles of animal ecology” e nel 1953 Odum scrisse il famoso “Fundamentals of ecology” che è uno dei testi classici di questa moderna scienza. Con il termine “ecologismo”, invece intendiamo diverse visioni ideologiche che esigono un rapporto nuovo tra uomo, natura e ambiente.
L’ecologismo è contro l’industrialismo nella sua forma attuale e la soluzione del problema ambientale va trovata nel coraggio di dire “no” al consumismo e alla società materialistica fine a se stessa, per poter lasciare al “prossimo del futuro” acqua potabile, aria respirabile e foreste verdeggianti. A livello politico, il movimento ecologista è sempre stato contro, sia allo schema neoliberista del capitalismo avanzato, sia allo statalismo pianificato come fu realizzato nei paesi dell’area comunista prima del crollo del muto di Berlino, ed insiste soprattutto sul decentramento delle decisioni e sulla partecipazione economica e politica. Per i movimenti ecologisti è fondamentale il cambiamento nei modi di produzione industriale, ricorrendo per esempio alle fonti di energia non inquinanti, come l’energia solare, geotermica, eolica o marittima e non quindi al petrolio o al carbone, abolendo così l’utilizzo di antiparassitari, pesticidi ed erbicidi nell’agricoltura e riciclando i rifiuti. Occorre quindi passare,m secondo i vari movimenti ecologisti, ad un nuovo modello di sviluppo sociale, in cui vengono utilizzati nuovi materiali per la costruzione delle città, nuove forme di produzione agraria con l’obiettivo di ridurre sia l’inquinamento che lo sfruttamento delle risorse naturali già di per sé inadeguate. Ovviamente, quando noi parliamo di ecologismo, non dobbiamo pensare ad un unico blocco di pensiero, in realtà ci sono in esso due tendenze principali: quella riformista e quella fondamentalista insieme ad altre tendenze meno emergenti.
La tendenza riformista si propone di ottenere dei cambiamenti, anche tramite lo strumento legislativo per limitare i danni del sistema. Uno dei principali ideologi di questo filone è stato l’americano Commonner, il quale nel suo testo “Il cerchio da chiudere” degli anni ’70, proponeva lo sviluppo di quelle tecnologie che dovevano soddisfare sia l’ecosistema che l’industria. Quindi l’ecologismo riformista non è contrario alla tecnologia in se stessa, ma a quella che non tiene conto dell’insieme dell’ecosistema. Generalmente in Europa, in modo particolare in Italia e in Germania, i vari movimenti del “verdi” si ispirano normalmente all’ecologismo riformista. Invece il filone fondamentalista esprime un’avversione alla tecnologia. Secondo Evan Illich, recentemente defunto, sacerdote cattolico che da anni si era autosospeso dal suo ministero pastorale, la crisi moderna consiste nella situazione che la macchina si è sostituita all’uomo e gli strumenti si sono sostituiti ai fini; per cui è un “implacabile processo di asservimento del produttore e di intossicazione del consumatore”. Per Illich ci si può servire degli strumenti solo ribaltando la struttura profonda che regola il rapporto tra l’uomo e lo strumento, creando una economia conviviale, cioè un reticolo di piccole unità, poco complesse e a basso contenuto energetico, in relazione armonica con l’ecosistema. Altro famoso esponente dei fondamentalisti è uno dei massimi ideologici del new age: F. Capra per il quale la crisi ecologica è stata causata dal prevalere nella scienza della visione meccanicistica del mondo cartesiana e newtoniana.
Capra si rifà quindi alla dottrina orientale del Tao che non considera il mondo come un insieme di oggetti esterni all’uomo, composti dagli atomi, ma considera il pianeta come un organismo vivente, dove l’uomo non si distingue più dal mondo fisico. Ovviamente tale visione solistica si oppone alla visione cristiana del cosmo che è antropocentrica. Per l’ecologismo fondamentalista, al centro vi è non l’uomo, ma la biosfera, e tale biocentrismo diventa la norma della morale. In conclusione il giudizio della Chiesa cattolica sui vari movimenti ecologisti, è assai complesso e diversificato, infatti vi sono molti aspetti che il cattolicesimo apprezza e condivide, ma su determinati punti vi è divergenza perché contraddicono la visione che la fede cristiana ha dell’uomo e della natura. Il cristianesimo considera la creazione come opera di Dio, che resta sempre il Signore del creato, cosicché l’uomo non ne diventa mai il padrone assoluto, ma riceve da Dio il mondo come un dono per il suo bene e, affinché come collaboratore di Dio, lo porti a compimento nel migliore dei modi. Per la teologia cristiana, le cose create sono il segno di Dio e ne portano l’impronta, ed è proprio attraverso di esse che l’uomo naturale, senza una particolare rivelazione divina, sperimenta la bontà e la bellezza di Dio. Scrive san Paolo nella Lettera ai Romani: “Dalla creazione del mondo in poi le perfezioni invisibili di Dio possono essere contemplate con l’intelletto delle opere da Lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità” (Rom 1, 20). Il creato non ha solo una valenza economica, pragmatica e utilitaria, ma ha anche un valore religioso ed estetico, cioè attraverso la sua contemplazione l’uomo si deve elevare spiritualmente e filosoficamente alla divinità. Allora la devastazione ecologica e l’avvilimento della natura sono per i cristiani quasi un sacrilegio, cioè una grave profanazione di quel tempio di Dio che è il creato e rientra nella categoria morale di peccato sociale. A tale riguardo da pochi anni la Conferenza episcopale italiana ha stabilito in tutte le parrocchie una giornata nazionale di sensibilizzazione per il rispetto del creato.
Riguardo poi al concetto di natura, l’ecologismo ha una fortissima accentuazione della sua divinizzazione, con il rischio di tornare a forme di panteismo pagano secondo le quali la natura era piena di dei e devas. Per la fede cristiana la natura è creatura di Dio ma non è una emanazione divina. Dio per i cristiani non si identifica nella natura, ma la trascende infinitamente. Inoltre, l’ecologismo presso alcuni gruppi è presentato come un messaggio messianico di salvezza, quasi una religione secolare che salva l’umanità dai disastri causati dalla tecnologia. Per la fede cristiana, la salvezza è di ordine religioso, trascendentale, ed è anzitutto liberazione dell’uomo dalla morte e dal peccato ed è partecipazione, tramite Cristo, della vita di grazia trinitaria. Inoltre, come ho già sottolineato, alcuni gruppi ecologisti sono eccessivamente catastrofici, a questo riguardo il premio Nobel, autore del film “Una scomoda verità” forse in buona fede sta creando una situazione di terrorismo psicologico delle masse. Infine l’ecologismo è biocentrico, perché per esso l’uomo fa parte della natura, ed è un vivente, alla pari con gli altri viventi. Il cristianesimo invece è antropocentrico perché pone l’uomo al centro e al vertice della creazione, è vero che l’uomo fa parte della natura sotto l’aspetto biologico-corporeo, ma si distingue da esso per quello spirituale, perché, a differenza degli altri esseri viventi, l’uomo è dotato di libertà, intelligenza e coscienza. Gli animali, secondo la dottrina cattolica, non essendo persone, non possono essere soggetti di “diritti”, ovviamente essendo creature di Dio, vanno considerati con amorevolezza e non sottoposti a sofferenze inutili. Un cattolico potrebbe essere benissimo allora contro la caccia, quando questa sia non più un bisogno di vita alimentare indispensabile, ma solo una forma di passatempo e di svago. Tutta la creazione è stata fatta da Dio per il bene dell’uomo, affinché egli se ne serva non solo per la sua vita e le sue esigenze materiali, ma soprattutto per la sua evoluzione spirituale.

Don Marcello STANZIONE
Puglietta: campo nazionale antibracconaggio riuscito con successo.




Si è concluso con l’operazione di repressione antibracconaggio di domenica 18 maggio 2008, alle prime luci dell’alba, il campo iniziato il 13 aprile in provincia di Salerno e di Napoli, che prevede un’azione antibracconaggio dei controlli ambientali con le guardie giurate del WWF provenienti da tutta Italia.
Abbiamo chiesto al comandante del nucleo provinciale delle guardie del WWF Fabrizio Lullo, di parlarci dell’ operazione che è stata portata avanti domenica.
“In quest’ultimo campo è avvenuta una vasta operazione di repressione del bracconaggio in una delle zone più a rischio della provincia di Salerno, San Marzano. L’operazione che ha visto impegnate 23 guardie giurate del nucleo di Salerno, i Carabinieri di Sarno e i vigili urbani di Scafati, ha consentito di ispezionare quattro pertinenze poiché avanti ad ognuna di esse vi erano gabbiette e voliere contenenti fauna particolarmente protetta. Sono state denunciate a piede libero cinque persone per esercizio della caccia con mezzi vietati; in particolare: per il reato di uccellagione, detenzione di specie protette e per caccia con mezzi non consentiti. Sono stati inoltre sequestrati tre richiami acustici per quaglie, 227 cartucce calibro 12, 13 reti da cattura a volo, 11 gabbie trappola, 22 archetti e 94 esemplari quasi tutti appartenenti a specie protette. Sono stati scoperti due depositi di rifiuti speciali non pericolosi su una superficie di circa 4000 metri quadri contenenti inerti di origine edilizia e autovetture abbandonate senza targa; è stato inoltre scoperto che degli scarichi industriali venivano sversati nelle campagne di San Marzano. Da notare che catturando uccelli protetti come la quaglia, si violano la legge 157 del 1992 e la convenzione di Berna”.
Abbiamo chiesto al coordinatore regionale delle guardie del WWF Maurizio Monoliti, di fare un resoconto del campo antibracconaggio che si è svolto dal 15 aprile 2008 al 18 maggio 2008 con sede a Campagna, con precisione a Puglietta.
“In questo campo antibracconaggio che è iniziato il 13 aprile 2008 e di durata di un mese, svolto nell’Agro nocerino sarnese, Scafati e in particolare San Valentino Torio si è avuto il sequestro di circa 200 esemplari di fauna protetta e particolarmente protetta sequestrata e liberata; 4 fucili da caccia, un’arma clandestina; 16 reti da uccellagione; 15 gabbie trappola; 100 lacci per cattura di ungulati; 350 cartucce, 30 richiama acustici, 8 sequestri per reati ambientali quali abbandono di rifiuti, traffico di rifiuti, scarichi, discariche ecc. sono state denunciate quindici persone all’autorità giudiziaria. Da sottolineare che sono stati sequestrati sette richiami in una sola notte e sono stati trovati tre fucili non dichiarati oltre a esemplari di fauna particolarmente protetta”.
Maurizio Monoliti, con questa operazione svoltasi fra sabato notte e le prime luci dell’alba si conclude quindi il vostro campo?
“Ufficialmente si, ma posso affermare che lo prolungheremo visto che abbiamo ricevuto numerose segnalazioni fatte da cittadini riguardanti la detenzione di specie animali protette e bracconaggio soprattutto nelle aree protette. Continueremo ad agire al fine di individuare e reprimere tale fenomeno lavorando in collaborazione con le autorità competenti. Ringrazio le forze dell’ordine che hanno collaborato e ci hanno sostenuto nelle operazioni svolte e ringrazio il sindaco di Campagna, professor Biagio Luongo, per averci messo a disposizione in campo di Puglietta come primo luogo di accoglienza per le specie animali che verranno rieducate e rimesse in libertà”.
Pubblicato: lunedi, 5 maggio 2008
Campo antibracconaggio 2008: salvate in una sola notte ottanta specie di uccelli

Si stanno svolgendo, in questi giorni, operazioni di maxi sequestro di uccelli di varie specie nel salernitano e nel napoletano portati al campo nazionale di Puglietta da parte delle guardie del WWF in collaborazione con le forze dell’ordine. Le zone interessate, in particolare, sono il Parco Regionale dei Monti Picentini, il Parco Regionale dei Monti Lattari, il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano e il Parco Regionale del fiume Sele.
Abbiamo chiesto a Fabrizio Lullo, comandante del nucleo provinciale delle guardie del WWF, di parlarci delle operazioni che stanno portando avanti in questi giorni.
“Stiamo effettuando dallo scorso 13 aprile, in provincia di Salerno e di Napoli, dei controlli ambientali con nostre guardie provenienti da tutta Italia. Questi controlli li stiamo svolgendo in collaborazione con le forze dell’ordine. Stiamo ottenendo ottimi risultati. Abbiamo sequestrato un’area con numerosi autoveicoli abbandonati, una discarica abusiva, numerosi mezzi da caccia vietati, trenta richiami acustici, quattro reti per uccellagione, numerose gabbie a scatto e duecento lacci per la cattura degli ungulati che spesso causano la morte di cervi, caprioli e animali domestici. Il primo giorno di questa operazione antibracconaggio, il 13 aprile, è stato avvistato un cervo legato a un palo con un laccio al collo che, dopo esser riuscito a sradicare il palo si aggira con questo fardello per Magliano Vetere, nel Parco del Cilento, e che ancora non siamo riusciti ad avvicinare e liberare. Questi sono metodi che procurano una grande sofferenza per gli animali che rimangono intrappolati e costretti a una morte senza cibo e senza acqua. Abbiamo effettuato un sequestro di un’arma clandestina di provenienza furtiva, di tre fucili non dichiarati e un sequestro con successiva liberazione di avifauna protetta e in particolare di un gheppio, alcuni cardellini, fringuelli, verzellini e specie di uccelli nei cui confronti la caccia è consentita solo in periodi stabiliti dal calendario venatorio quali quaglie, tordi, allodole e merli. I cardellini, in particolare, vengono venduti sul mercato nero a prezzi che vanno dai dieci euro agli ottocento in base al canto. Più cantano e più costano. Gravissimo è il modo che usano per catturarli: li troviamo purtroppo spesso accecati dai bracconieri perché così cantano in maniera soddisfacente e sono di conseguenza un buon richiamo anche più che un canto lo definirei un pianto”.
Ci parli dell’ operazione che avete compiuto ieri.
“L’operazione di ieri, condotta in collaborazione con la stazione dei carabinieri di Scafati ed Angri, ha consentito di ispezionare tre pertinenze di civili abitazioni in cui sono state rinvenute circa ottanta uccelli di varie specie. L’operazione si è svolta dalle tre del mattino alle 22:30 della sera. I tempi sono stati più lunghi del previsto e non ci ha permesso di ispezionare altre quattro pertinenze. A seguito dell’operazione sono scattate contro tre persone denunce per uccellagione, esercizio della caccia con mezzi vietati e in periodi di assoluto divieto e denunce per detenzione di fauna particolarmente protetta. Voglio concludere affermando che sono in corso numerose indagini della polizia giudiziaria per risalire ai responsabili di tali atti criminosi ”.



guardie giurate del WWF e Antonio Lullo

Abbiamo chiesto a Giovanni Centola e a Vincenzo Armenante, presidente e vicepresidente sezione valle del Sele cosa pensano del maxi sequestro avvenuto a Scafati.
“Ogni anno si svolgono questi campi antibracconaggio- ha affermato Giovanni Centola- e quest’anno la sede è stata a Campagna, a Puglietta con precisione. Sono guardie che vengono da ogni parte d’Italia e che svolgono attività antibracconaggio. Nell’ambito di queste attività sono state fatte dei sequestri di uccelli di specie protetta in genere cardellini, verdoni, merli. Gli uccelli sequestrati nell’area di Scafati sono in un certo senso fortunati perché sono scampati alla morte. Grazie a questa azione verranno messi in libertà dopo esser stati rieducati. Purtroppo quest’attività di bracconaggio continua ancora, nonostante le campagne per far sapere le sofferenze a cui vengono sottoposti questi animali e nonostante ci siano molti controlli sulle vendite e nei negozi. Spesso questi animali vengono venduti a privati che ne ignorano la provenienza o che fanno finta di non conoscerla; testimonianza questa di abitudini che tardano a sradicarsi”.
Vi sareste aspettati in una sola giornata la cattura di circa ottanta uccelli?
“Più che aspettarsi un sequestro del genere, ci si augura che non si verifichi mai niente di simile. Si dovrebbero vergognare le persone che prendono questi animali e li tengono in casa o li vendono. E’ una vergogna perché con questa attività si porta all’estinzione della specie”.
Vincenzo Armenante , cosa pensa di queste operazioni che si stanno svolgendo in tutta Italia?
“Questi campi che per diversi anni si sono svolti a Ischia hanno dato ottimi risultati: il bracconaggio è stato ridotto moltissimo. Si è scelto ora di operare nelle nostre zone e i risultati non stanno tardando ad arrivare. Le guardie del WWF con l’ausilio delle forze dell’ordine si stanno impegnando a ridurre il bracconaggio nelle aree protette della zona. Questi campi sono un modo per far conoscere l’operatività concreta sul territorio che è presidiato anche dalla sezione Valle del Sele che è l’organo politico del territorio e dalla presenza delle oasi di Persano, del Polveracchio, di Valle della Caccia e di Bosco Camelie”.
Come vive questa situazione il WWF?
“Anche in questo caso il WWF, come può, si sostituisce o spesso collabora con gli enti di polizia giudiziaria che per legge sono preposte alla tutela del territorio e delle specie protette che vi vivono”.



Vincenzo Armenante e Giovanni Centola

Pubblicato: lunedi, 5 maggio 2008

lunedì 19 maggio 2008

Cosa sta facendo il serpentello?

Cosa sta facendo il serpentello?
Scrivi la risposta nei commenti
foto a cura del professor Vincenzo Armenante

Presentazione

Ciao a tutti, sono Alessia. Laureata in Scienze Naturali, giornalista per passione e da sempre appassionata di natura. Prima di iniziare spiegando perché ho voluto questo blog, ritengo sia doveroso ringraziare un grande amico, Nico Carrano, che ha reso possibile la realizzazione di questo blog grazie alle sue conoscenze di informatica. Tornando al blog, ho pensato di raccogliere tutti gli articoli naturalistici che pubblico sul quotidiano per cui scrivo e tutto ciò che di naturalistico mi va di postare, dando risalto in particolare a ciò che accade al WWF e all’attività delle sue guardie. Come tutti nel profondo sanno, ma spesso tendono a dimenticare, l’uomo e l’ambiente che lo circonda vivono in una relazione che si potrebbe definire “simbiotica”. Con questo blog vorrei per un attimo far distaccare dai ritmi frenetici, imposti dalla vita che conduciamo, dallo stress e dalle preoccupazioni che viviamo quotidianamente e che stanno pian piano affievolendo l’interesse dell’uomo per l’ambiente. Non siamo più abituati a leggere e interpretare il linguaggio delle nuvole, ad apprezzare i profumi e i colori di un verdeggiante prato fiorito e incontaminato. Nella natura è da ricercare quel sottile filo che lega psiche e corpo. Molte volte ci si sente stanchi o depressi, si è portati a ricercare le complesse cause eziopatogenetiche senza soffermarsi a pensare che il motivo potrebbe essere molto più banale, che quel nostro malessere si manifesti immancabilmente quando il cielo è grigio e cupo o in inverno quando il sole non fa capolino. Andiamo, allora, con questo blog, alla riscoperta di quello che è questo “mondo” tanto semplice quanto complesso che ci circonda.