sabato 18 ottobre 2008

Sono stati denunciati a piede libero sei cacciatori del salernitano da parte delle guardie giurate del WWF


Sono stati denunciati a piede libero sei cacciatori del salernitano, domenica 12 ottobre 2008, durante un’uscita di vigilanza venatoria dal Nucleo Guardie Ambientali WWF di Salerno. Questo intervento, atto a contrastare il fenomeno del bracconaggio, è partito simultaneamente già alcune ore prima dell’alba, in due zone diverse della provincia: nel territorio di Castel San Giorgio e con precisione nelle località di Santa Maria a Favore e Aiello e, nei territori di Castelnuovo di Conza e Santomenna. Presso gli uffici della sezione provinciale del Nucleo Guardie WWF, già da alcune settimane giungevano segnalazioni di denuncia di gravi illeciti penali ai danni della fauna selvatica, a causa dell’uso di richiami elettroacustici per attirare le quaglie e poi massacrarle. I due distinti gruppi di guardie ambientali, costituiti complessivamente da oltre quindici agenti, hanno pattugliato il territorio fino a localizzare alcuni richiami, grazie all’inconfondibile suono da essi prodotto. Gli agenti, ben nascosti tra la vegetazione presente, hanno atteso l’arrivo dei cacciatori, i quali sono giunti sul posto dopo un tempo d’attesa non molto lungo armati di fucile e con cani al seguito. Solo quando questi si sono avvicinati al richiamo sono stati fermati dalle guardie che hanno poi proceduto al sequestro dei mezzi e dei fucili atti a commettere il reato. Sono state così denunciate all’Autorità giudiziaria sei persone, una di queste ha anche cercato di occultare l’arma, e sequestrati cinque richiami acustici. “Con questa ennesima azione antibracconaggio il WWF ribadisce il proprio impegno a salvaguardia dell’ambiente e tutela della fauna selvatica con la speranza di suscitare l’attenzione dell’opinione pubblica su un problema che sta diventando una vera piaga troppo spesso sottovalutata o ignorata dalle istituzioni. – afferma Fabrizio Lullo coordinatore provinciale - I cacciatori, al pari dei singoli cittadini, sono responsabili del futuro del nostro ambiente naturale e della fauna selvatica che lo abita; affinché essa possa prosperare, occorre che tutti pongano in essere le misure idonee nel rispetto delle leggi che, per definizione del nostro sistema giudiziario, sono uguali per tutti ”.

Mozzarella di bufala campana: un destino evitabile.


La recente crisi del comparto agro-industriale ha prodotto ingenti danni, così come è stato confermato dai dati pubblicati dalla Regione Campania con la presentazione del rapporto sullo stato di emergenza che ha interessato tutto il settore. I risultati dell’indagine condotta al fine di valutare gli impatti economici sulla filiera della mozzarella di bufala campana nel primo quadrimestre 2008, hanno evidenziato una riduzione del fatturato di circa 19 milioni di euro per i caseifici e di oltre 3,3 milioni di euro per gli allevamenti, principalmente nella provincia di Caserta (-2,8 milioni di euro). A ciò va aggiunto un ulteriore calo delle vendite a causa del blocco parziale della commercializzazione per consentire i controlli ufficiali nel mese di aprile, quantificabile in circa 2,8 milioni di euro per i caseifici e 1,7 milioni di euro per gli allevamenti.
Per superare queste difficoltà sono stati individuati alcuni interventi, sia di carattere strutturale che di contrasto dell’emergenza. Gli interventi strutturali sono in parte già in fase di attivazione dagli strumenti di politica industriale regionale accessibili dai caseifici (contratti di programma, consolidamento passività, sostegni all’innovazione), agli strumenti che il Piano di sviluppo rurale (PSR) mette a disposizione della ristrutturazione degli allevamenti e dello stadio agricolo della filiera, al Piano per l’eradicazione della brucellosi bufalina in provincia di Caserta.
Gli interventi di emergenza, invece, si articolano in:
• interventi generali, rivolti a tutte le imprese (fondo di garanzia per differimento di pagamenti bancari, anticipo rimborsi iva, differimento pagamenti all’agenzia delle entrate, promozione consumi, ritiro del latte in eccesso);
• interventi specifici per i caseifici e gli allevamenti coinvolti nei controlli sanitari di aprile 2008 (contributo forfettario alle imprese coinvolte nei controlli ufficiali, ritiro e distruzione del latte contaminato, bonifica degli allevamenti).
Il rapporto è stato presentato lo scorso 8 settembre presso il Mipaaf alla presenza dei rappresentanti delle Associazioni di categoria e della filiera regionale, che hanno concordato sulla necessità di avviare gli interventi previsti con una tempistica adeguata, tenendo conto della necessità di dare risposte urgenti ad un settore che è un “patrimonio nazionale”, economico oltre che gastronomico.
Il WWF Salerno, che nel settore è impegnato ogni anno con il proprio Nucleo di Vigilanza Ambientale con decine di interventi e sopralluoghi, richiama l’attenzione sulla necessità di incrementare da parte degli Enti preposti i controlli ambientali a 360 gradi, partendo da una diversa Politica Ambientale fondata sul rispetto e sulla gestione oculata delle nostre risorse, che da più parti ormai subiscono l’aggressione violenta dell’uomo. L’emergenza diossina dovrebbe insegnare a tutti noi, che l’abbandono del controllo del territorio porta prima o poi, inevitabilmente ad un tragico destino, a cui nessuno poi si può sottrarre.

mercoledì 8 ottobre 2008

Prende il via l'iniziativa promossa da Legambiente: "Puliamo il Mondo"

Nell’ambito dell’iniziativa nazionale “Puliamo il Mondo”, promossa da Legambiente, il parco, in collaborazione con le comunità montane, i comuni, il Consorzio Smaltimento Rifiuti SA/4, le associazioni di protezione ambientale, le associazioni di volontariato e le scuole, ha organizzato una tre giorni di pulizia dell’area protetta. Tre giorni, il 26, 27 e 28 settembre, dedicati alla pulizia di strade, piazze, parchi, fiumi, spiagge e fondali marini, per sensibilizzare giovani e adulti alla cura del territorio. Sulla scia delle iniziative nazionali, sono stati attuati numerosi interventi in luoghi diversi, durante i quali, bambini, studenti, volontari sono scesi in campo, con i kit messi a disposizione dall’Ente parco per dedicarsi, alla pulizia di micro-discariche, alla raccolta dei rifiuti impropriamente abbandonati lungo i sentieri e nei boschi, negli spazi ricreativi pubblici, sulle spiagge e lungo le rive dei corsi d’acqua. Il coinvolgimento delle giovani generazioni, ha il duplice scopo di rappresentare un esempio per gli adulti e indirizzare i ragazzi verso un comportamento più responsabile e attento nei confronti dell’ambiente. Non a caso l’ente, negli ultimi tre anni, realizza un importante progetto di educazione ambientale denominato, “A Scuola nel Parco”, un programma educativo che prevede tra i suoi moduli didattici, un percorso di analisi dei nostri consumi e di divulgazione dell’importanza della raccolta differenziata dei rifiuti. Con l’attivazione di questi interventi nella scuola si è voluto, ancora una volta, incentrare l’attenzione sui temi dell’educazione ambientale, finalizzata alla promozione di comportamenti orientati al consumo consapevole e al corretto smaltimento dei rifiuti.

é nato l'Osservatorio Europeo del Paesaggio

E’ nato l’Osservatorio Europeo del Paesaggio, il battesimo è avvenuto in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2008, tenutesi presso la Certosa di San Lorenzo a Padula dal 26 al 28 settembre. A testimoniare l’importanza dell’istituzione dell’Osservatorio, unico in Italia, che avrà la sede di rappresentanza presso la Certosa di San Lorenzo, una targa in argento consegnata dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. L’iniziativa, promossa dalla Provincia di Salerno e da ARCO LATINO (associazione dell'Europa del Sud comprendente i territori di Spagna, Portogallo, Francia e Italia, che si affacciano sul Mediterraneo occidentale) ha visto, per tre giorni, studiosi e rappresentanti istituzionali, provenienti da tutta Europa, discutere di temi inerenti la tutela del paesaggio. L’Osservatorio Europeo del Paesaggio rappresenta un’importante occasione di confronto per l’attuazione dei principi della Convenzione Europea del Paesaggio, stipulata a Firenze il 20 ottobre 2000 e ratificata dallo Stato Italiano con legge n.14 del 9 gennaio 2006, che pone in risalto il diritto al paesaggio e alla qualità della vita per tutti i cittadini europei. Prima azione dell’Osservatorio è stata l’istituzione del forum dei siti UNESCO del Mezzogiorno. L’obiettivo è quello di costituire una rete fra i 16 siti (14 materiali e 2 immateriali) ubicati nelle regioni meridionali d’Italia per essere maggiormente valorizzati al fine di un migliore sviluppo sociale ed economico del Meridione d’Italia. La prima riunione operativa del forum è prevista a Siracusa, nella seconda metà di ottobre cui seguirà un altro incontro a Venezia, dove i rappresentanti dell’Osservatorio Europeo del Paesaggio incontreranno i vertici UNESCO in Italia allo scopo di pianificare le strategie da attivare a livello nazionale ed europeo in tema di salvaguardia paesaggistica. Primo fra tutti arginare il dilagante fenomeno dell’abusivismo edilizio.

Oasi del Bosco di San Silvestro, Caserta.


Domenica 12 Ottobre ore 10,30 - “Dal latte al formaggio” - visita guidata con laboratorio –



PROGRAMMA

Ore 10,30 Appuntamento alla guardiola d’ingresso dell’Oasi e formazione dei gruppi;

- Visita guidata nel Bosco in “veste autunnale” fino al Real Casino dove
ci sarà un operatore dell’Azienda casearia biologica “La Dispensa” di Conca
della Campania.

- Si assisterà in diretta al processo di trasformazione del latte in formaggio che
poi verrà degustato.

Al termine, chi vorrà, potrà consumare la propria colazione a sacco nell’area pic-nic dell’Oasi.

Non occorre prenotazione , è sufficiente trovarsi alle 10,30 al cancello d’ingresso.

Coloro che, per motivi di traffico o imprevisti, si accorgono di non poter arrivare in orario (non oltre le 11,00 ) sono pregati di avvertirci telefonicamente in modo che una guida possa attenderli e riunirli al gruppo.

Costi : Adulti euro 8,00
Gruppo famiglia “ 6,00 per ciascun componente (minimo tre paganti)
Soci WWF “ 2,00
Bambini < di 6 anni gratuito

Tel. 0823/361300 - Fax 0823/446110 e-mail
Domenica 12 Ottobre ore 10,30 - “Dal latte al formaggio” - visita guidata con laboratorio –



PROGRAMMA

Ore 10,30 Appuntamento alla guardiola d’ingresso dell’Oasi e formazione dei gruppi;

- Visita guidata nel Bosco in “veste autunnale” fino al Real Casino dove
ci sarà un operatore dell’Azienda casearia biologica “La Dispensa” di Conca
della Campania.

- Si assisterà in diretta al processo di trasformazione del latte in formaggio che
poi verrà degustato.

Al termine, chi vorrà, potrà consumare la propria colazione a sacco nell’area pic-nic dell’Oasi.

Non occorre prenotazione , è sufficiente trovarsi alle 10,30 al cancello d’ingresso.

Coloro che, per motivi di traffico o imprevisti, si accorgono di non poter arrivare in orario (non oltre le 11,00 ) sono pregati di avvertirci telefonicamente in modo che una guida possa attenderli e riunirli al gruppo.

Costi : Adulti euro 8,00
Gruppo famiglia “ 6,00 per ciascun componente (minimo tre paganti)
Soci WWF “ 2,00
Bambini < di 6 anni gratuito

Tel. 0823/361300 - Fax 0823/446110 e-mail
laghiandaia.wwf@libero.it

martedì 7 ottobre 2008

L’ANGELO MEDICO RAFFAELE E L’ERBA TAUMATURGICA

Di don Marcello Stanzione

L’Angelica o Angelica archangelica, è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Umbrelliferae originaria sia dell’Europa settentrionale che dell’Asia, ed essa fiorisce in tarda estate. E’ sicuramente una delle piante officiali più conosciute e più ricche di storia e di curiosità. Secondo una pia leggenda, pare sia stata donata agli uomini dall’arcangelo Raffaele e durante il Rinascimento per sottolineare la sua origine “celeste”, era chiamata addirittura erba Arcangelica perché lo spirito celeste Raffaele avrebbe lui in persona rivelato le virtù benefiche e del tutto eccezionali di questa pianta. Santa Ildegarda di Bingen scrisse nel suo libro di rimedi curativi, un trattamento contro la febbre proprio a base di Angelica e i monaci benedettini nelle loro ricette a base di erbe e nelle composizioni dei loro famosi liquori ne fecero un largo inpiego in diversi gin e vermut, nello Strega e nello Chartreuse. Proprio durante il Rinascimento, l’Angelica riscosse un particolare successo perché le sue propietà si rivelarono un eccellente rimedio contro la peste. In un recente passato era una delle piante più utilizzate per combattere la difterite e per uso esterno era impiegata contro le affezioni della bocca, inoltre era considerata uno stimolante del sistema linfatico, ottima come coadiuvante in caso di bronchiti ed in quelli più gravi di tubercolosi. Poiché egli ha trovato il rimedio proprio per guarire la cecitá del vecchio Tobia, Raffaele é considerato come l'angelo taumaturgo e, a questo titolo, egli é uno dei santi patroni dei medici e dei farmacisti, ma anche dei ritrosi. Ma in origine, i fedeli che l'invocano aspettano da lui che egli ottenga la guarigione spirituale, ossia la grazia della conversione. Fin dal Medio Evo circola questa preghiera:

Venite in mio aiuto, ve ne supplico,
Glorioso Principe San Raffaele,
Il miglior medico delle anime e dei corpi.
O voi che avete guarito gli occhi di Tobi,
Date ai miei occhi la luce fisica,
Ed all'anima mia la luce soprannaturale:
Allontanate da me tutte le tenebre
Con le vostre celesti suppliche. Amen. (Manoscritto del XI secolo)

Uno dei primi a fare appello ai poteri dell'arcangelo come guaritore delle anime é il giovane eremita GENS BOURNAREL (il suo nome significa in provenzale bello, grazioso). Nato nel 1104 a Monteux, vicino a Carpentras, egli nutrí fin dalla sua infanzia una particolare devozione a San Raffaele, e deplora tanto piú la fastidiosa abitudine che hanno i suoi concittadini di "punirlo" quando la siccitá fa strage: essi portano in processione un'antica statua ritenuta rappresentare l'angelo, poi vanno ad immergerla nelle acque del Ricaveau, un ruscelletto vicino, dove essa rimane immersa fino a che infin cade la pioggia. Un giorno, Gens decide di metter fine a questa pratica superstiziosa: prende l'effigie e la brucia, col pretesto che quel pezzo di legno divenuto informe in capo al tempo non é altro che la reliquia di un antico idolo. Senza dubbio non ha torto. Gli abitanti di Monteux, parroco in testa, si adirano e cacciano l'importuno a colpi di pietra. Alcuni autori dicono che egli ne é tanto piú contento che cosí facendo sfugge ad un matrimonio progettato da papá Bournarel, e di cui egli non voleva saperne. Gens - non ha che una quindicina d'anni - si ritrae in solitudine nei dintorni del Beaucet, non lontano da Venasque.
Per alcuni anni, egli vi mena una vita solitaria, beneficiando di frequenti apparizioni del suo angelo custode e dell'arcangelo Raffaele, al quale egli chiede la conversione degli abitanti di Monteux. Un giorno, avendo un lupo sgozzato la sua mucca, egli lo obbliga in nome dell'angelo a prendere il posto della povera bestia per tirare la carretta. Ma la leggenda non dice che il lupo gli abbia fornito anche del latte. San Gens é morto all'etá di 23 anni nel posto dove si innalza oggi il villaggio che reca il suo nome.
Una gentile leggenda poitevina riporta che Raffaele riveló ad un pio eremita - é San Gens? - l'uso dell'angelica, cosí chiamata in suo onore (la si chiamava una volta arcangelica). A credere agli autori antichi, questa pianta sarebbe una vera panacea: essa guarirebbe la rabbia e le malattie proprie alle donne: "Essa aiuta le donne ritenute troppo fredde a concepire, e fa venire i fiori alle ragazze che tardano troppo nell'averli". Essa renderebbe amabili le spose e le suocere amare, e fedeli le balzane. Sarebbe anche sovrana contro il veleno dei serpenti e degli scorpioni, e permetteva di vivere centenario. Un certo Annibale Camoux, morto a Marsiglia nel 1759 all'etá rispettabile di centoventi anni, attribuiva la sua longevitá eccezionale all'abitudine che aveva di masticare ogni mattina la radice di angelica. Madame de Sévigné, che ne usciva pazza - il suo buon gusto non ricorda nulla di cui ci si sovvenga e non rassomiglia a nessun altro gusto che il suo - non dovette dare sufficientemente libero corso alla sua leggendaria ghiottoneria poiché é deceduta a settant'anni. Soprattutto, l'angelica mostrerebbe la sua efficacia a1 momento delle epidemie di peste: nel 1510, riporta Paracelso, la si utilizzó contro questo flagello a Milano, e quando esso si abbatté sul Poitou, il 6 maggio 1603, le religiose della Visitazione di Niort - che avevano fatto dei rami di angelica confetti di loro specialitá, molto ricercata - si misero a distillare la pianta per distribuirne il liquore agli ammalati. Si ignora se il rimedio fosse efficace, ma questo non ha nulla di sorprendente, tanto é vero che dopo una macerata di anguilla all'aglio ed una buona irrorata di angelica, chiunque si trovasse in punto di morte risusciterebbe subito: il miscuglio, specialitá del Marais (palude) poitevino - é detonante.
Questa utilizzazione dell'angelica trae la sua origine da una apparizione dell'arcangelo a SIMONE DE SOUSA, superiore del convento dell'Ordine di Nostra Signora della Mercede a Cordoba durante la peste del 1348. il religioso si desolava nel vedere gli ammalati soccombere a centinaia - vi furono tante vittime presso i mercedari stessi, che inquadrarono una fusione con i trinitari, non meno provati -, quando egli vide apparire un giovane d'una bellezza eclatante che gli disse: lo sono l'arcangelo Raffaele, vengo in tuo aiuto. Le tue preghiere, le tue elemosine, e soprattutto la tua perseveranza nelle vie dell'umiltá e della caritá, sono d'un sí grande pregio agli occhi di Dio, ch'egli calmerá il suo corruccio, distoglierá il flagello e fará sentire a questa cittá provata le dolcezze della sua misericordia. Vai a trovare il vescovo e digli di far mettere sul campanile della cattedrale una mia immagine, e che egli esorti il popolo a ricorrere alla mia intercessione. Immediatamente, gli ammalati saranno guariti, alla sola condizione di chiedere alla Regina degli angeli la medicina di Dio. Apprendi anche che tutti quelli che porteranno la mia immagine e faranno ricorso alla mia intercessione, saranno liberati da ogni male, in particolare dai malefici dell'impuro Asmodeo, che perde gli uomini e rapisce loro la grazia di Dio.
La medicina di Dio non era, come lo si credette piú tardi, l'angelica. Raffaele pensava piuttosto ai rimedi spirituali che costituiscono la preghiera e la conversione. Il popolo non si sbaglió affatto, e ben presto l'epidemia fu circoscritta. Riconoscente, Cordoba si pose solennemente sotto la protezione dell'arcangelo, al quale la municipalitá innalzó nel 1884 una statua su una delle piazze della cittá.
A partire da allora, la devozione verso l'angelo guaritore fu popolarissima in Spagna. San GIOVANNI DI DIO (1439-1550), fondatore a Granata di un ospizio da cui sarebbe uscito l'Ordine dei Fratelli Ospedalieri, benefició fin dagli inizi della sua impresa dell'aiuto di Raffaele, che gli apparve per dirgli: Giovanni, io sono l'arcangelo Raffaele, inviato da Dio per assisterti nel tuo caritatevole lavoro. Il Signore mi ha confidato la custodia della tua persona e di tutti quelli che, con te, serviranno il Signore. Io tengo un conto fedele delle tue azioni e delle elemosine che ti sono fatte. lo ho per missione di proteggere tutti quelli che favoriranno le tue opere di caritá.
Sotto tali auspici, l'opera non poteva che prosperare, e l'angelo vi si impegnó. Una volta, come Giovanni percorreva le strade di Granata con l'attrattiva della sua caritá - marmitte piene di zuppa, fiaschi di vino e flaconi d'olio, stoffe, bende, fiale di medicamenti e vasi di unguento -, egli vide sotto un portico un miserabile in stato pietoso: occorreva portarlo all'ospedale, ma come fare, carico del suo basto di soccorritore? Subíto apparve Raffaele, prese il medico in braccio e ne caricó le spalle di Giovanni che, piegando sotto il peso, raggiunse tanto bene quanto male l'ospizio. Un'altra volta, essendo venuto a mancare il pane, Giovanni si pose in dovere di solcare le vie della cittá per trovare qualche benefattore. Durante la sua assenza, un bel adolescente vestito come lui entró in infermeria, recando una cesta colma di pane tanto fresco, con cui gli ammalati si saziarono. Quando il santo questuante rientró - afflitto e desolato al pensiero che i suoi poveri non avrebbero avuto da mangiare -, li trovó saziati, dormenti beatamente. Siccome egli si meravigliava, l'arcangelo si mostró a lui: Fratello mio, noi formiamo un solo e stesso ordine, poiché vi sono degli uomini che, sotto un povero abito, sono uguali agli angeli prendi questo pane che il Cielo vi invia!. Ed egli designó una provvigione di michette calde e dorate a punto, che assicurarono la pietanza dell'indomani. Si trovarono tuttavia diverse volte alcuni ammalati un po' tignosi nel far osservare che, la vigilia, quando egli aveva loro distribuito i pani, Giovanni era d'una bellezza e d'una giovinezza singolari. Egli ebbe delle difficoltá nel convincerli che la fame aveva dato loro di volta, essi non demorsero: o era un angelo, oppure il loro benefattore era in bilocazione, trasfigurato dal miracolo. L'una e l'altra possibilitá non essendo contraddittorie, cosí come lo spiegherá nel XX secolo la stigmatizzata tedesca Teresa Neumann, rivestendo il suo angelo custode la sua parvenza per esercitare da lontano un apostolato che ella si sarebbe augurata di compiere, ma che la distanza od altre circostanze le impedivano di compiere di persona: Un uomo ce mi é del tutto sconosciuto mi ha raccontato che egli era pronto, sabato scorso, a suicidarsi a causa delle pene morali e delle difficoltá professionali insormontabili. Subito, Teresa Neumann si era trovata davanti a lui e lo aveva messo in guardia, dissuadendolo dal compiere il suo gesto. Nel suo stato normale, Teresa mi disse che ella aveva avuto molto da soffrire quel sabato, che era stata in preda a penose tentazioni di scoraggiamento. Nello stato di riposo elevato, ella ci fece sapere che il suo angelo custode aveva rivestito il suo aspetto per avvisare quell'uomo, poiché egli interviene cosí per manifestare quello che il Salvatore opera in lei.
Quello che fece senza dubbio l'angelo custode della beata GIACINTA MARTO (1910-1920), la piccola veggente di Fatima, per riportare nel retto cammino un "figlio prodigo" che sua madre aveva confidato alla preghiera della ragazzina: Egli affermava che Giacinta gli era apparsa, che l'aveva perfettamente riconosciuta. Chiesi a Giacinta se fosse vero che lei si era trovata lá con lui. Ella mi rispose di no; che non sapeva neanche dove fosse quel bosco di pini e quelle colline dove egli si era perduto. "Io ho solamente pregato molto per lui Nostra S'ignora, mi disse lei, poiché avevo pena per zia Vittoria ". Ecco dunque quello che lei mi ha risposto. Che cos'é dunque accaduto? Non lo so. Dio solo lo sa.
Alla morte di Giovanni di Dio, le campane delle chiese di Granata si misero a suonare: come lo avevano fatto alla sua nascita -, fenomeno che il buon popolo attribuí ad una iniziativa degli angeli desiderosi di rendere omaggio a colui che li aveva tanto onorati e pregati durante la sua vita.
SAN FRANCESCO E L’IDEOLOGIA ANIMALISTA

Di don Marcello Stanzione


San Antonio abate, che si festeggia il 17 Gennaio, è considerato il protettore degli animali domestici, mentre san Francesco d’Assisi che si festeggia il 4 Ottobre, viene considerato il protettore dei volontari della protezione animali che in quella data indicono la loro giornata di sensibilizzazione nazionale. Indubbiamente il rapporto dell’uomo occidentale con gli animali è negli ultimi decenni sensibilmente migliorato. E’ infatti cresciuta la percezione dell’interdipendenza biologica tra il mondo umano e quello animale all’interno di ecosistemi i cui equilibri multipli possono venire garantiti soltanto da una mutua condivisione delle risorse della terra. In una recente sentenza dell’Alta Corte del Kerala si sottolinea che gli animali: “ anche se non appartengono al genere homo sapiens, sono esseri viventi che hanno diritto a un’esistenza dignitosa e ad un trattamento umano senza crudeltà e torture… Quindi, non è solo nostro dovere fondamentale mostrare compassione per gli amici animali, ma anche riconoscere e proteggere i loro diritti…Se gli uomini hanno diritti fondamentali, perché gli animali non possono averli?”. L’esigenza di fornire agli animali un’esistenza dignitosa è configurata dall’Alta Corte del Kerala come un vero e proprio diritto, che sta, a sua volta, a fondamento di una serie ulteriore di diritti che vanno dalla nutrizione e dall’attività fisica alla libertà dalla sofferenza e dalla paura, fino all’offerta della opportunità di interagire con altri soggetti della stessa specie. Ma è lecito e possibile parlare di “diritti degli animali”? Per la dottrina cattolica tra gli uomini e gli animali esiste una differenza non solo accidentale o quantitativa, ma sostanziale e qualitativa. L’uomo, a differenza di tutti gli animali, comprese le scimmie più evolute, è un essere intelligente e libero, ha un’anima spirituale e un destino soprannaturale. Solo agli uomini e alle donne spetta la dignità di persona umana, con i conseguenti diritti che ne derivano. Gli animali non sono “persone”, proprio perché non sono capaci di intendere e di volere: non hanno diritti perché non hanno doveri. I loro comportamenti seguono la legge dell’istinto, impressa dal Signore nella loro natura. L’uomo ha in comune con gli animali la natura fisica, ma ciò che da essi lo distingue è la natura razionale. Questa natura fa si che l’uomo non assecondi tutti gli istinti del suo corpo, ma li reprima, li ordini e li finalizzi verso fini superiori. La legge naturale non è dunque la legge zoologica degli esseri viventi, ma l’ordine morale e metafisico del creato che l’uomo può scoprire con la sua ragione. Come afferma il prof. Roberto De Mattei: “Il processo di degradazione intellettuale del nostro tempo vorrebbe trasformare gli uomini in bestie negando loro la natura spirituale, e gli animali in umani, attribuendo loro la dignità di persone”. Per noi cattolici è sconcertante la notizia dell’approvazione da parte del parlamento spagnolo del 26 giugno 2008 di una legge che estende alle “grandi scimmie” (gorilla, scimpanzé, oranghi) alcuni diritti umani. E’ questa la logica ugualitaria del “Progetto Grande Scimmia” Proposto da Tom Regan o dall’australiano Peter Singer e dall’italiana Paola Cavalieri e recepito da Zapatero. I due animalisti sostengono che tra uomini ed animali non esisterebbero confini, né biologici né morali. Ciò che attribuirebbe diritti ad un essere vivente, non è secondo essi, la ragione e la volontà, ma l’autocoscienza e la capacità di soffrire e di godere. Uno scimpanzé, ma anche un cane avrebbero un grado maggiore di una persona cerebroleso. Per questi animalisti, i feti, gli handicappati, i neonati, sono considerati esseri viventi, ma non persone. Singer nel suo testo “Etica pratica” attribuisce la qualifica di persone, con conseguenti diritti, a scimpanzé, balene,delfini, cani, gatti, maiali, foche, orsi in una lista che egli definisce ancora incompleta, ma che seleziona “specie dotate di facoltà mentali sviluppate”. Le conseguenze di tali premesse sono inesorabili. La vita non solo di un feto, ma di un neonato, ha meno valore della vita di un cane o di uno scimpanzé. Un bambino appena nato, sostiene Singer vale quanto una lumaca. Invece per la dottrina cristiana quando Dio ebbe creato il mondo e gli dette a re l’uomo, creato a sua immagine e somiglianza, mostrò all’uomo tutte le creature e volle che egli desse loro un nome, per distinguere queste da quelle. E, si legge nella Genesi “che ogni nome che Adamo diede agli animali era buono, era il vero nome”. Ed ancora nella Genesi si legge che Dio, avendo creato l’uomo e la donna, disse: “Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza, perché domini i pesci del mare, i volatili del cielo, le bestie e tutta la terra e i rettili che strisciano su di essa”. E, creata la donna, come egli fatta ad immagine e somiglianza di Dio, disse Dio all’uomo ed alla donna: “Crescete e moltiplicatevi, riempite la terra e rendetela soggetta, e dominate sui pesci del mare, sui volatili del cielo e sopra tutti gli animali che si muovono sulla terra”, e disse ancora: “Ecco, vi ho date tutte le erbe che fanno seme sulla terra e tutte le piante che hanno in sé semenza della loro specie, perché servano da cibo a voi ed a tutti gli animali della terra ed agli uccelli del cielo ed a quanto si muove sulla terra ed ha in sé anima vivente, affinché abbiano vita”.
Gli animali e le piante, e tutto quanto il Creatore ha creato per utile dell’uomo, rappresentano dunque un dono d’amore ed un patrimonio dato in custodia dal Padre ai figli, perché lo usino con loro utile e con gratitudine verso il Datore di ogni provvidenza. Perciò vanno amati e trattati con giusta cura. Che diremmo noi di un figlio al quale il padre desse vestiti, mobili, denaro, campi, case, dicendo: “Te li dono per te e per i tuoi successori perché abbiate di che essere felici. Usate di tutto questo con amore, in ricordo del mio amore che ve lo dona”, e che poi, sia il figlio che i figli di lui, lasciassero rovinare tutto o dilapidassero ogni bene? Diremmo che non hanno fatto onore al padre , che non hanno amato il padre ed il suo dono. Ugualmente l’uomo deve avere cura di quanto Dio, con cura provvidenziale, gli ha messo a disposizione. Cura non vuol dire idolatria, né affetto smodato per le bestie o le piante, o qualsiasi altra cosa. Cura vuol dire senso di pietà e di riconoscenza per le cose minori, che ci servono e che hanno la loro vita, ossia la loro sensibilità.
L’anima vivente delle creature minori, delle quali parla la Genesi, non è l’anima quale l’ha l’uomo. E’ la vita, semplicemente la vita, ossia l’essere sensibile alle cose attuali, tanto materiali che affettive. Quando un animale è morto, è insensibile, perché con la morte per esso è la vera fine. Non c’è futuro per esso. Ma finché è vivente soffre la fame, il freddo, la stanchezza, è soggetto a ferirsi e soffrire, a godere, ad amare, ad odiare, ad ammalarsi e morire. E l’uomo, in ricordo di Dio che gli ha dato quel mezzo per rendergli meno aspro l’esilio sulla terra, deve essere umano verso le creature minori che sono gli animali. Nel Libro di Mosè non è forse prescritto di avere sensi di umanità anche per gli animali, volatili o quadrupedi che siano?
Bisogna saper vedere con giustizia le opere del Creatore. Se si guardano con giustizia si vede che sono “buone”, e cosa buona va sempre amata. Si vede che sono cose date per fine buono e per impulso d’amore, e come tali le possiamo, le dobbiamo amare, vedendo, oltre l’essere finito, l’Essere Infinito che le ha create per noi. Si vede che sono utili, e come cose utili vanno amate. Nulla, ricordiamocelo bene, è stato fatto senza scopo nell’universo. Dio non sciupa la sua perfetta potenza in cose inutili. Il filo d’erba non è meno utile del tronco poderoso al quale si appoggia un temporaneo rifugio. La stilla di rugiada, la piccola perla della brina, non sono meno utili dell’immenso mare. Il moscerino non è meno utile dell’elegante, ed il verme che sta nel fango del fossato meno della balena. Nulla di inutile è nel creato. Dio tutto ha fatto con fine buono, con amore per l’uomo. L’uomo deve usare tutto con retto fine e con amore per Dio, che gli ha dato tutto quanto è sulla terra perché sia suddito al re del creato.
Talvolta noi diciamo che l’animale serve, spesso meglio degli uomini, gli uomini. Gli animali, le piante, i minerali, gli elementi superano tutti l’uomo nell’ubbidire, seguendo passivamente le leggi creative, od arrendendosi all’addomesticamento allo scopo per il quale sono stati creati. La sensibilità dei cristiani nei confronti degli animali e l’impegno a creare condizioni perché possano vivere dignitosamente nasce dal dato biblico e respinge le tesi di animalisti estremisti, le cui tesi vanno dall’abbandono di ogni forma di specismo, all’assegnazione agli animali di un valore inerente fino alla possibilità di applicare loro lo stesso concetto di persona. Come cristiani, mantenendo intatta l’asimmetria tra mondo animale e mondo umano, è possibile utilizzare il termine diritti anche in riferimento agli animali se lo si intende in senso derivato, non attribuendogli cioè il significato di tutela del margine di responsabilità morale della persona, ma limitando la sua definizione alla pretesa di ottenere il rispetto del proprio essere, e in particolare la propria integrità fisica e psichica. Sono anticristiani tutti gli atteggiamenti verso gli animali ispirati all’indifferenza e alla crudeltà.

sabato 4 ottobre 2008

“Med Vinischia 2008 - Vino, mare e prodotti tipici campani”, il 4 e 5 ottobre ad Ischia.

Ad Ischia Porto sabato 4 e domenica 5 ottobre si svolgerà la manifestazione enogastronomica “Med Vinischia 2008– vino, mare e prodotti tipici campani” ideata dal patron Marco Starace. L’occasione permette al visitatore di gustare le migliori produzioni vitivinicole e le produzioni tipiche casearie di tutta la Campania e di visitare le campagne ischitane, luogo di produzione di molti prodotti di eccellenza, con l'eccezionale guida dei contadini locali. L’evento collegato con la manifestazione culinaria è la regata velica, legata a “Le vie del mare e del vino”, “Vinischia Cooking Cup”, dove saranno coinvolti gli skipper della Lega Navale ed i ragazzi dell’Istituto Alberghiero “Telese” di Ischia, che dovranno formare un team vincente per aggiudicarsi la ambita “Cooking Cup”. In quanto ad ogni imbarcazione, che si sarà iscritta a questo evento, sarà abbinato, mediante sorteggio, un vitigno autoctono Campano, e gli alunni dell’Istituto Alberghiero “Telese”, insieme ai propri professori di cucina e sala, dovranno studiare a fondo la storia dei vitigni assegnati e trovare i possibili abbinamenti con le pietanze che saranno, poi, preparate a bordo. Nel weekand ischitano c’è tempo per visitare il Museo Archeologico Villa Arbusto di Lacco Ameno, il giardino Botanico “La Martella di Forio d’Ischia” con piante tropicali e mediterranee uniche e lasciarsi coccolare dalle acque termali e dalle mani sapienti dei massaggiatori dei “Giardini Poseidon” (stabilimento termo-balneare con 30 piscine termali a differente temperatura). Per i più dinamici ed amanti del mare è imperdibile l’occasione di effettuare immersioni notturne negli spettacolari fondali marini dell’isola nelle pozze d’acqua calda nella Baia di Sorgeto. Programma del weekand. Sabato 4 ottobre presso la Tenuta Calitto della D’Ambra Vini, dopo una visita alla storica azienda, si terrà il “Laboratorio internazionale sulla degustazione del Vino” a cura dell’AIS Campania, dove si incontreranno i sommelier napoletani e quelli del Principato di Monaco per discutere sulle tecniche di degustazione. Per proseguire con la degustazione delle “bollicine” ai Giardini Arimei dei Fratelli Muratori e con la visita alle “Fosse dei Conigli” presso l’azienda Pietratorcia. All’imbrunire presso la sede della Lega Navale di Ischia si svolgerà la conferenza di presentazione della “Vinischia Cooking Cup” e dei piatti che saranno elaborati in gara con, a seguire, il Simposio sui vitigni autoctoni Campani a cura dell’AIS Campania, per dar modo a tutti, di avere una panoramica completa sui tesori della nostra tradizione locale. Al termine ci sarà il cocktail di apertura della manifestazione, organizzato dall’Aibes Ischia, dalla federazione Italiana Cuochi, dall'AIS, dall' Onaf e dal gruppo “Cilentiamoci”. Domenica 5 ottobre alle ore 9.30 partirà da Ischia Porto la “Vinischia Cooking Cup 2008” che interesserà lo spicchio di mare tra Ischia Porto, Castello Aragonese e Vivara. Al rientro ci sarà la presentazione dei piatti elaborati e la giuria valuterà il piatto, l’abbinamento con il vino e l’esposizione della pietanza più coinvolgente e completa: la sommatoria dei voti ai fornelli e sull’acqua decreterà il vincitore. Presso i saloni della Lega Navale sarà approntata un’area degustazione delle eccellenze campane con una panoramica sui “Formaggi Campani” a cura dell’Onaf di Napoli, che farà da cornice alla premiazione dell’equipaggio vincitore di questa “regata ai fornelli”. La manifestazione si concluderà presso il ristorante il Mosaico, dove, dopo una degustazione guidata su due tipologie di sigari a cura del Club Amici del Toscano, avverrà la consegna del premio AIS 2008 “Al miglior Narratore del Vino”. Questi eventi avranno come corollario la IV edizione di “Vinarte”, dove sarà protagonista la mostra fotografica “Diario di Napoli anni ‘60 di Guido Giovannini” e lo spettacolo “Les saveurs de la terre” proposto da Cilentiamoci.
articolo scritto da Piscicelli Vincenzo.

Latte doc?


Foto scattata a San Donato (Eboli) dal fotografo Paolo Garofalo