lunedì 29 dicembre 2008

Gli animali “prevedono” i cambiamenti climatici prima dell’uomo e senza l’ausilio della tecnologia.

È ben radicata nella tradizione popolare l’attribuire ad alcuni animali la caratteristica di “prevedere il tempo” ovvero, percepire i cambiamenti climatici. Tale pensiero è confermato dagli scienziati che, comunque, hanno dimostrato che gli animali non hanno niente di magico ma solo particolari adattamenti che gli permettono di percepire alcune situazioni meteo in evoluzione prima dell’uomo. Ad esempio, gli uccelli ed in particolare le rondini e i rondoni con il volo a bassa quota indicano quasi sempre l’arrivo del maltempo mentre quando volano in alto indicano, di solito, l’arrivo di giornate calde e soleggiate. Mentre, quando d'inverno si vedono girare in voli insistenti i corvi e le gazze, è presagio di prossime nevicate. E quando i galli cantano in pieno giorno e l'aria è nuvolosa e statica è probabile l’imminente arrivo di un temporale. Ma non sono solo i volatili ad avere queste caratteristiche. I nostri amici a quattro zampe, cani e gatti, riescono a percepire con un qualche minuto di anticipo rispetto all’uomo i temporali, manifestando segni di nervosismo ed a volte di paura prima ancora che le nostre orecchie riescano a percepire i primi tuoni in lontananza, come ben sapevano i nostri avi che usavano tramandare il detto popolare: “Quando il gatto si liscia le orecchie, aspettati acqua da riempir le secchie”, cioè, quando il gatto strofina la zampina dietro l'orecchio, è molto probabile che arrivi la pioggia. Non a caso il gatto è stato benevolmente accolto sulle imbarcazioni e sui mercantili, non solo per le sue abilità ratticide che salvaguardavano le stive, ma anche per le sue capacità meteorologiche. È possibile ciò, in quanto i gatti hanno una membrana timpanica molto sensibile sia all'aumento di umidità (proverbiale è l'odio del gatto per l'acqua al punto che non vogliono essere mai lavati) che alla variazione della pressione atmosferica (è lo stesso fenomeno che viviamo noi esseri umani quando atterriamo con l’aereo). Per il gatto portare la zampina dietro l’orecchio è un gesto che serve ad alleviare il disagio nella parte interna dell'orecchio quando arriva la pioggia e si verifica l’aumento dell’ umidità e la diminuzione della pressione atmosferica di cui risente molto più dell’uomo. A differenza dei cani e dei gatti è un rettile, la vipera, che ci annuncia il cambio di stagione in atto. Infatti la vipera si ritrova “stordita” all’arrivo della primavera, quando esce dal suo rifugio e quando sta per entrarci con l’arrivo dell’autunno. Sapere ciò è interessante non solo dal punto di vista climatico ma lo è anche per la nostra sicurezza, in quanto le vipere, essendo stordite, potrebbero non avvertire la presenza dell'uomo e quindi non scappare in anticipo, ma rimanere sul posto ed attaccare, sentendosi in pericolo, se sbadatamente toccate. Anche insetti dalle dimensioni modeste come le formiche, quando iniziano a correre freneticamente ed in massa attorno alla tana, indicano che sta arrivando la pioggia. Al pari delle mosche che, seppur particolarmente noiose, quando sentono l’arrivo della pioggia, cercano rifugio nelle case. Infine, la presenza delle farfalle indica l’arrivo della primavera e quella delle cimici l’inizio dell’inverno. Quindi è importante, non dimenticare i detti popolari patrimonio di saggezza, che i nostri avi ci hanno tramandato e che noi dobbiamo lasciare alle prossime generazioni, imparare a rispettare sempre la Natura e far sì che i ritmi frenetici del quotidiano non prendano il sopravvento.

Alessia Saggese, Vincenzo Piscicelli

lunedì 8 dicembre 2008

Eboli: Incontro sui rifiuti.


Mi dispiace non poterci andare!!!

venerdì 28 novembre 2008

Finalmente buone notizie!

Riporto con gioia quanto mi ha riferito Vincenzo Armenante.
Una GRANDE VITTORIA: La Corte di Cassazione ha dato ragione all'Ente Parco Regionale dei Monti Picentini ed ha riconfermato la sentenza del Tribunale delle Acque Pubbliche. Le acque restanti - non captate ma che si volevano "prendere" dall'Acquedotto Pugliese - che fuoriescono dalle sorgenti del fiume Sele assicureranno un minimo di vitalità al fiume. Poi, con la regolamentazione del deflusso minimo vitale di tutti gli affluenti potremmo avere, finalmente, una inversione di tendenza finora indirizzata soltanto allo sfruttamento delle acque senza tener conto della tutela dell'ecosistema naturale.Il WWF ha sempre creduto ed ha appoggiato moralmente e giuridicamente l'Ente Parco in questa controversia.

mercoledì 26 novembre 2008

Federico Savona, il piccolo campione reggiano del Go- kart italiano.

Cari amici, non voglio cambiare l'indirizzo del mio blog ma inserisco questo post in segno di buon augurio a una giovane piccola promessa dello sport: Federico Savona.
“Passione, costanza e qualche sacrificio”, questo è il mix vincente che ha permesso al giovane emiliano Federico Savona di diventare, all’età di dodici anni, uno dei campioni del Go-kart italiano. Il padre Filippo così racconta l’avventura sportiva del figlio: “La passione per il kart è nata a mio figlio all’età di 5 anni quando andava a mare coi nonni. Ricordo che nel luogo dove stavamo trascorrendo le vacanze estive c’era una pista di Go-kart in cui andava a giocare col nonno materno. Era talmente piccolo che non arrivava neanche ai pedali, ma quei momenti sono stati talmente incisivi che il Natale seguente ci ha chiesto come regalo proprio una di quelle macchinette”. Federico ascolta le parole del padre ed interviene specificando: “Ricordo bene quei momenti. Alla mia richiesta iniziarono subito ad informarsi sulle varie macchine da kart e mi regalarono una macchina a motore con cui mi portavano a fare qualche giro in un piazzale vicino casa. Col passare del tempo, mi piaceva sempre di più guidare quella macchina e mi venne il desiderio di provare piste nuove. Abbiamo iniziato a cercare spazi nuovi e più ampi e trovato varie piste fra Castelnuovo dei Monti, Parma e la Romagna. Con sorpresa ho scoperto un mondo nuovo e tanti coetanei con cui condivido questa passione.” Federico è orgoglioso e sciolto nel suo racconto e gli si accendono gli occhi, come succede ai bambini felici per quel che fanno, quando continua nel racconto della sua storia sportiva: “A sette anni ho iniziato a gareggiare nella categoria 50 baby, ho preso parte alle prime gare e al campionato regionale. A 9 anni sono passato nella categoria 60 mini kart e ho vinto tre campionati regionali consecutivi”. Il papà Filippo, entusiasta del figlio, con sorriso fiero, riprende la parola e sottolinea l’impegno che tutta la famiglia mette nel far crescere il piccolo, sia come uomo che come pilota:“L’impegno è tanto ma per un figlio lo si fa volentieri. I sacrifici li facciamo tutti anche lo stesso Federico. Primo fra tutti, quello degli spostamenti. Anche se per nostra fortuna abbiamo il camper che ci permette di accompagnare Federico alle varie competizioni. Poi, soprattutto per Federico, la necessità, in alcuni momenti, di dover svolgere i compiti fra una competizione e l’altra”. Riprende la parola Federico: “Riesco a conciliare bene lo sport con i compiti della scuola. Studio durante la settimana e, quando se ne presenta la necessità, studio anche in pista fra una gara e l’altra e non trascuro gli amici. Quando mi devo assentare da scuola per qualche giorno chiamo i miei compagni di classe per i compiti, che mi sono molto vicini, mi chiedono delle competizioni e sono contentissimi quando vinco dei premi. E comunque la gioia di scendere in pista, gareggiare e vincere compensa ampiamente i sacrifici. Ricordo con orgoglio quando nel campionato nazionale 2007 (Trofeo nazionale CSAI Karting classe 60 mini) sono partito dalla nona posizione di griglia e sono arrivato primo vincendo il premio”. Papà Filippo, ormai parla a ruota libera ed aggiunge: “Il bello di mio figlio è anche la sua voglia di conoscere e apprendere cose nuove. Quindi cerco di coinvolgerlo quando si deve sostituire un pezzo della macchina, cambiare le gomme o si deve smontare il motore”. Federico conferma le parole del padre: “Mi piace conoscere ed occuparmi della macchina con cui scendo in pista.” Alla domanda se la passione per lo sport il giovane campione l’ha ereditata dal padre, papà Filippo ci ha risposto: “No, e gli ricordo sempre che l’unico momento in cui gli è concesso di correre, anche quando diventerà maggiorenne, è solo sulla pista e mai per strada. La pista è sicura al cento per cento, ogni anno viene omologata e sottoposta a controlli per salvaguardare i piloti. Federico ormai stanco ma felice per l’intervista, ci saluta ricordandoci che la sorellina Giulia di soli 5 mesi è il suo portafortuna e dà appuntamento ai suoi amici e tifosi sul sito
www.Federicosavona.it
Piscicelli Vincenzo – Saggese Alessia.

Spettacoli, cultura e tradizioni eno-gastronomiche al “Puglia Night Parade” dal 5 al 7 dicembre.

Nel primo week-end di dicembre si svolgerà nelle principali città pugliesi la manifestazione “Puglia Night Parade”, ricca di spettacoli con artisti di strada, danza, teatro, musica e concerti per favorire il turismo e permettere la conoscenza della cultura e delle tradizioni locali. In calendario i concerti di Franco Battiato, Antonello Venditti, Claudio Baglioni, Roy Paci e performance di artisti, poeti, scrittori e testimonial della Puglia nel mondo. Si potrà assistere allo svolgimento di manifestazioni teatrali, proiezioni cinematografiche, visitare musei e siti di interesse culturale,assistere a spettacoli nelle piazze, allestimenti, musica e performance nei castelli, reading letterari, saranno aperti per tutta la notte vari esercizi commerciali e si svolgeranno eventi in discoteca. Gli amanti dell’arte potranno prendere parte a visite guidate in chiese e altri luoghi di rilevanza turistica, organizzati dalle APT . Le stesse aziende di promozione turistica, d’intesa con le Pro Loco e le associazioni di settore, stanno provvedendo a predisporre specifici “pacchetti” per venire incontro alle esigenze dei viaggiatori interessati a trascorrere il lungo week-end in Puglia. Per l’evento sono previsti anche servizi di trasporto per facilitare gli spostamenti, cercando di evitare a quanti decidono di prender parte alla manifestazione di ricorrere ai mezzi privati. A Castel del Monte e ad Alberobello, siti tutelati dall’Unesco, si potrà assistere a una serie di spettacoli di altissimo livello artistico e culturale. Dal Canada arriverà il “Cirque du Soleil”, colosso del nuovo circo visuale, con una performance scritta e creata per l’occasione e presentata in anteprima mondiale il 5 dicembre in piazza S. Oronzo a Lecce. A Foggia sfileranno il mondo del nouveau cirque e le suggestioni musicali ed acrobatiche della compagnia francese “Les Farfadais”. A Brindisi, il 6 dicembre, si esibirà la compagnia di teatro di strada “Transe Express”, che coinvolgerà il centro urbano con creazioni spettacolari, prodezze, acrobazie, musiche e fuochi. Il 7 dicembre a Bari e a Taranto si esibiranno due compagnie teatrali catalane di fama internazionale. Nella prima città, per le strade della città vecchia, sfilerà la parata di “Els Comediants”, mentre nella seconda sarà “La Fura dels Baus” a esibirsi coi suoi giochi scenici. L’occasione offerta dal week-end dell’Immacolata è l’ideale, oltre che per partecipare alle predette manifestazioni, anche per visitare le bellezze archeologiche ed apprezzare la genuinità dei prodotti tradizionali di tutto l'entroterra pugliese. Tra le varie cittadine, tutte meritevoli di un soggiorno turistico, in provincia di Bari ci si può fermare a Canosa di Puglia, nota per aver visto crescere il grande attore Lino Banfi e per la ricchezza di siti archeologici. Sarà possibile visitare il Palazzo Sinesi, oggi sede della Fondazone Archeologica Canosina, il Museo della civiltà contadina, la Basilica di San Leucio, il Palazzo Iliceto -mostra delle marionette-, l’Acropoli dell’Antica Canosa, il tesoro sotterraneo costituito da catacombe, la Basilica di San Pietro, il Battistero di San Giovanni, il Tempio Romano di Giove Toro, il Mausoleo di Boemondo D’Altavilla. Al contempo si possono apprezzare i prodotti tipici locali, tra i quali l’olio extravergine d’oliva DOP da oliva coratina ed i vini come la Doc da uva di Troia rivalutata negli ultimi anni per la categoria rossi e l' IGT da uve Chardonnay per la categoria bianchi. Tra le aziende produttrici di olio extravergine d’oliva, citiamo l’Azienda Olivinicola Petroni, esistente da oltre cento anni che trasmette nel prodotto tutta la tradizione degli antichi contadini. L’olio prodotto ha un colore giallo oro luminoso, un odore fruttato, è piacevole al gusto dove si esaltano piacevoli note di amaro e piccante, è ideale in abbinamento sui piatti tipici della zona ed in particolare sulle bruschette e sui carciofi alla brace sapientemente cotti. Fra i vini, raccontiamo il vino bianco “Chardonnay 2007 della Giumenta Riccia”, IGT Puglia 13% dell' azienda Tratturo Regio; che in degustazione risulta avere un colore giallo paglierino intenso con riflessi verdolini, il profumo fruttato con sentori di frutta a polpa bianca e note vanigliate, il sapore persistente, piacevolmente fresco e sapido. Servito fresco ad una temperatura di 10°-12° e sorseggiato in calici mediamente ampi in abbinamento alle classiche olive pugliesi è stato un piacevole aperitivo ed è apprezzabile anche con gli spaghetti alle vongole, su piatti a base di pesce, carni bianche e funghi.
*La scelta dei prodotti assaggiati è stata casuale, limitata per tempo e spazio e non vi è alcun legame tra gli scriventi ed i produttori o qualsivoglia interesse personale. Le valutazioni sono soggettive e non hanno alcun valore commerciale ne hanno intenzione di indirizzare il lettore.
Alessia Saggese - Vincenzo Piscicelli.

martedì 25 novembre 2008

Auguri a Vincenzo!!!

Voglio fare gli AUGURI a Vincenzo che qualche ora fa ha conseguito il primo livello del corso per assaggiatori di parmigiano-reggiano!


AUGURI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

GLI ANGELI E GLI ANIMALI

Gli angeli hanno due modi per manifestarsi agli uomini. La Bibbia li fa intervenire subito “in carne ed ossa” ,di colpo, presso i loro protetti, oppure li mostra mentre si rivelano ai profeti in splendide visioni. Nel Nuovo Testamento, le visioni di angeli come quelle al diacono Filippo (Atti 8, 26) ed a Cornelio (Atti 10, 3) sono più rari rispetto all’Antico Testamento. Gli angeli sono presenti alla nascita di Gesù, essi appaiono ai pastori di Betlemme per annunciare loro la buona novella e cantare la gloria di Dio (Lc 2, 8-20); essi sono anche alla tomba del Risorto, “vestiti di abiti d’un allucinante biancore” (Lc 24, 3) per consolare le donne ed incaricarle di un messaggio di speranza per gli apostoli (Mc 16, 7). Sempre negli Atti, noi vediamo un angelo liberare miracolosamente dalla prigione gli Apostoli (Atti 3, 19), poi Pietro (Atti 12, 7-10).
Santi e mistici conoscono questi due tipi di manifestazioni angeliche, che talvolta s’intrecciano e si completano: visione nell’estasi, prossimità palpabile e quasi materiale. Di più, quando essi non si presentano sotto parvenza umana, gli spiriti celesti si compiacciono di prendere delle forme per lo meno insolite, senza dubbio per motivi di discrezione, o di anonimato. Il caso più misterioso è quello del cane Grigio, che accompagnò San Giovanni Bosco (1815-1888) durante più di trent’anni. Apparso una sera del 1852, questo strano e molto intelligente animale arrivava sempre al momento in cui il santo sacerdote era in pericolo: una sera d’inverno egli rientrava a casa sua abbastanza tardi, scorse sul corso Regina Margherita un individuo che, imboscato dietro un albero, gli scaricò a bruciapelo due colpi di pistola. Fortunatamente non fu colpito. Allora l’uomo si gettò su Don Bosco, per ucciderlo, chi sa in quale modo! Egli lo avrebbe certamente strangolato, se in quell’istante un urlo spaventoso non avesse risuonato e se una bestia furiosa non si fosse lanciata sul dorso dell’aggressore. Il miserabile non ebbe che il tempo di fuggire, mentre Don Bosco, rientrato dalla sua emozione, accarezzava con gratitudine il pelo del bravo cane.
Don Bosco aveva numerosi nemici, chiaramente i Valdesi che, più d’una volta, cercarono di attentare alla sua vita. Una sera, due sicari lo strinsero in una stradina oscura di Torino: I due malviventi si precipitarono su di lui e gli incappucciarono la testa in un sacco. Dibattendosi, Don Bosco giunse a sbarazzarsi da quel cappuccio, ma allorché il più robusto di essi lo racchiuse così ermeticamente che fu impossibile chiamare aiuto. Egli stava per cadere alla loro completa mercé, quando un terribile ruggito scoppiò a due passi: era Grigio. In un secondo, egli ebbe liberato il suo padrone che, liberato dalla stretta, scorse uno dei due aggressori filare a tutta velocità, mentre l’altro, coricato a terra, era tenuto innocuo dai denti dell’animale applicati alla sua gola. “Chiamate il vostro cane, urlava l’uomo, mi strozza.- Io lo farò, se tu mi prometti di essere saggio. – tutto quello che volete”, disse il malandrino. Allora Don Bosco parlò alla sua buona bestia, che lasciò la presa, e l’uomo se ne fuggì a tutta velocità sulle sue gambe.
Un’altra volta, Grigio lo salvò da una banda di forsennati, giunti a prestar man forte ad uno di loro che aveva aggredito il sacerdote,ma don Bosco , robusto, aveva già sganciato un solido pugno al truculento che l’aggrediva con un bastone e che cadde a terra urlando: A quel grido, da tutti i cespugli vicini sorsero degli individui loschi, posti all’occorrenza per prestar man forte in caso di bisogno. Don Bosco era perduto: alcuni secondi ancora ed egli cadeva ucciso, quando l’abbaiare feroce del “Grigio” si fece sentire. Con alcuni salti egli fu là, ed ora, girava e rigirava intorno a Don Bosco grugnendo in modo eloquente e mostrando dei denti impressionanti. Uno ad uno i malandrini se la squagliarono nella vicina campagna.
Quel cane che, al momento provvidenziale, sorgeva da non si sa dove e se ne ritornava non si sa dove, e nessuno incontrò mai nelle vie di Torino, né vide mai mangiare o bere – benché i fanciulli del patronato gli avessero sovente presentato dei pezzi di carne o di zucchero -, si comportava in ben strana maniera: Una sera, anziché fargli da scorta, egli impedì chiaramente a Don Bosco di uscire da casa sua. Si allungò sulla soglia della sua dimora, e nessuno poté allontanarlo. Per una volta, egli si mostrava cattivo verso il suo padrone: se fosse stato necessario, lo avrebbe ballonzolato, respinto con tutta la forza dalla porta all’interno dell’alloggio. Prima di giungere a questo mezzo estremo, egli si accontentava di ruggire a gola chiusa. “Se non vuoi ascoltarmi, ascolta almeno questa bestia: essa ha più ragione di te”, disse a suo figlio mamma Margherita, che da una mezz’ora si opponeva all’uscita notturna. Don Bosco ascoltò la bestia, e ben gliene occorse, poiché meno d’un quarto d’ora dopo un vicino accorse per supplicare Don Bosco di non mostrarsi quella sera, poiché aveva sorpreso una conversazione indicante chiaramente che si preparava un attentato contro di lui.
L’ultima volta che Don Bosco vide Grigio, era nel 1883. egli si era perduto, ed il cane, che in tanti anni non aveva ancora preso un pelo bianco, benché lo affiancassa da ben trentadue anni – longevità perlomeno sorprendente – lo rimise sulla buona strada, poi lo accompagnò fin sulla soglia del patronato, prima di scomparire per sempre nella notte: San Giovanni Bosco è senza dubbio il solo uomo che abbia avuto un cane per angelo custode, od un angelo che si travestiva da cane. Quando, alla fine della sua vita, lo si interrogava sullo strano animale che si era istituito suo protettore , Don Bosco, si scusava e rispondeva sbiascicando: - Dire che era un angelo farebbe ridere. Ma non si può dire che fosse un cane come gli altri.
L’angelo custode della fondatrice francese Marie Du Christ (Raymonde Bonnenfant, 1907-1973) rivestiva la forma di un’aquila per portarla in bilocazione in dei viaggi lontani, mentre che quello di Anna Ebele (1917-1985) – la giovane ragazza tedesca ch’egli aveva protetta dallo stupro dei soldati – si manifestava come un passero che veniva a posarsi familiarmente sulla sua spalla o sulle sue mani: “Prendo questa forma al fine di poter conversare con te senza attrarre l’attenzione. Tu devi tenere nascoste tutte le grazie che ti fa il tuo Sposo”. Questi “travestimenti” non hanno nulla di sorprendente, quando si sa quello che accadde a Zeitoun, in Egitto, negli anni 1968-1969. la Vergine Maria si mostrò, silenziosa e circondata di luce, al di sopra della cupola dì una chiesa copta, visibile da migliaia di persone di ogni credo. Si potette anche fotografare quella sagoma luminosa, così come gli esseri misteriosi che l’accompagnavano: Inoltre, il giorno che vi era apparizione, vi erano sempre dei colombi giganti, tanto bianchi quanto la Vergine, che dapprima percorrevano tutto il cielo di quel quartiere.
Tutte le testimonianze coincidono: La seconda volta, erano dei piccioni in pieno cielo, verso le due del mattino, cosa che non poteva aver luogo perché, come voi sapete, i piccioni non volano mai la notte; ed erano dei piccioni di colore brillante, assolutamente brillante.
Quegli strani uccelli di luce avevano un comportamento perlomeno singolare: All’epoca delle apparizioni, vi erano delle stelle e dei piccioni. I piccioni apparivano, alcuni venivano al di sopra delle nostre teste e formavano una croce. Essi erano luminosi talvolta ed altre volte rassomigliavano a dei piccioni reali. Vi era talvolta della luce che partiva dai loro becchi o dalle loro code.
I fedeli erano convinti che erano degli angeli che facevano scorta alla loro Regina, e questo tanto più che diverse persone videro talvolta al loro posto delle sagome di adolescenti luminosi.
Don Marcello Stanzione

domenica 23 novembre 2008

Natura, benessere, clima e... facebook!

Vincenzo Piscicelli con lo psicologo Raffaele Morelli

Cari amici,

non avete letto male! Su facebook è nato un gruppo "benessere psicosomatico" gestito dal mio compagno Vincenzo Piscicelli, sul quale ho lanciato il gruppo di discussione sul legame esistente tra il clima e il benessere psicosomatico. Aspetto fiumi di parole, opinioni e dritte per discutere insieme su questo e tanti altri temi che voi stessi potete proporre. Per spunti vi segnalo il blog di Vincenzo: http://piscicellivincenzo.myblog.it/

Per il resto, basta aggiungere uno di noi due ai contatti facebook, e poi accedere al gruppo di discussioni.

:-)

martedì 18 novembre 2008

E lui, chi è?


Questo simpatico insetto lungo qualche centimetro distrugge piante molto grandi... chi mi sa dire il nome e quali piante distrugge?

Trenitalia fa marcia indietro sul divieto d'accesso alle vetture per i cani di media e grande taglia

''Trenitalia, dopo le numerose proteste delle scorse settimane, fa sostanzialmente marcia indietro sul divieto d'accesso alle vetture per i cani di media e grande taglia''. E' quanto ha dichiarato in una nota Gianluca Felicetti, presidente Lav all'annuncio delle nuove regole per i viaggi con animali decise da Trenitalia, che entreranno in vigore il prossimo 1° dicembre. ''In questo settore non possiamo ancora paragonarci alla Gran Bretagna, Paese che non pone limitazioni nemmeno sugli Eurostar, ma nemmeno alla Spagna in cui tutto e' vietato''. ''L'azienda di trasporto ferroviario, anche grazie all'intervento del Sottosegretario alla Salute Francesca Martini che ringraziamo, ha iniziato a comprendere che i viaggiatori con cani, gatti o altri domestici al seguito, 170mila l'anno, non possono essere considerati di serie B - ha concluso Felicetti - e che gli animali, aldila' degli aspetti etici per noi fondamentali, da presunto problema possono diventare una reale opportunita', anche di sviluppo della clientela''.

sabato 15 novembre 2008

Un tocco di colore con...



Questa bellissima foto è stata scattata dal prof Luigi Visciano di Napoli.
Chi si vuol cimentare ad indovinare come si chiama questo fiore dai colori così vivi? :-)

Incredibile anche il posto in cui è nato!!!



venerdì 14 novembre 2008

WWF: Sono stati bloccati nella Piana del Sele dei cacciatori ambientali

Le Guardie Ambientali del Nucleo WWF di Salerno, guidate dal coordinatore provinciale Alfonso Albero, hanno pattugliato ancora una volta la Piana del Sele tra Eboli e Serre.I controlli hanno riguardato particolarmente la Riserva Naturale Foce-Sele-Tanagro, sovente oggetto di caccia di frodo a causa della ricchezza faunistica.Grazie a diverse segnalazioni è stato così possibile sorprendere due cacciatori nel momento in cui attraversavano con il proprio cane una stradina sterrata nei pressi dell’istituto Orientale, a pochi metri dalla sponda del fiume Sele, in piena area protetta.Dal successivo controllo, uno dei due veniva anche trovato in possesso di un richiamo acustico vietato, riproducente il verso di alcuni uccelli migratori.Poco dopo, in località Onda Alta, nel comune di Serre, venivano sorpresi altri due cacciatori provenienti da Amalfi, dei quali uno stava cacciando con un richiamo vietato all’interno della Riserva Naturale e l’altro risultava in possesso di un fucile alterato in modo da aumentarne il potenziale offensivo.Richiesto il supporto dei Carabinieri della locale Stazione di Borgo Carillia, coordinati dal Maggiore Risi e comandati dal M.llo capo Cardiello, i cacciatori venivano tutti invitati a recarsi in caserma per procedere al sequestro dei fucili e dei richiami vietati, nonché degli altri mezzi usati per la caccia e serviti a commettere il reato. Nonostante i numerosi sforzi per reprimere gli illeciti, occorre constatare che dall’inizio della stagione venatoria il fenomeno del bracconaggio non ha subito la minima flessione e la conferma ci viene proprio dall’ultima uscita, in cui su un totale di sei persone controllate, ben quattro sono state denunciate.Spesso ciò accade perché i cacciatori sono disinformati o sottovalutano il problema. Ecco perchè il WWF Salerno vuole ricordare a tutti i cacciatori che l’uso dei richiami acustici è vietato e costituisce illecito penale, come pure l’utilizzo di fucili alterati. Altresì è vietato cacciare e anche solo transitare con le armi scariche e in custodia all’interno delle aree protette, anche se queste non sono tabellate.Ostacolare i controlli con immotivati atteggiamenti di sfida o addirittura di oltraggio nei confronti degli Agenti accertatori costituisce reato ancor più grave di quelli in materia di caccia. A tal proposito, risale a poche settimane fa la notizia di un cacciatore condannato per reato di rifiuto di generalità e resistenza nei confronti di Guardie Ambientali del WWF.

sabato 1 novembre 2008


Nonostante il cattivo tempo giovedì 30 ottobre, a Nusco, sono stati premiati dei giovani universitari di Fisciano che hanno partecipato e vinto una borsa di studio sul tema Parco Regionale dei Monti Picentini. Ha affermato a tale proposito Vincenzo Armenante: "Quando si tratta di giovani e scuole corro sempre quasi come se volessi avere da loro una iniezione di fiducia per il futuro, di gioventù e di entusiasmo per continuare a percorrere la mia strada, in difesa della natura e dell'uomo-biodiversità antropica e naturalistica. L'educazione ambientale é il perno della conoscenza e del rispetto verso entrambi".

Ho appreso da Vincenzo Armenante che nel pomeriggio di mercoledì 29 ottobre é venuto ad Eboli l'Assessore Ganapini a porre la prima pietra dell'impianto di compostaggio e dell'isola ecologica. Serviranno i Comuni della Piana del Sele. Entro un anno dovrebbe essere operativo l'impianto di compostaggio (finanziato). Il Comune ha chiesto anche il finanziamento per il recupero dell'energia per una centrale elettrica. "Come ho sempre detto - mi ha scritto Vincenzo- l'Assessore Regionale all'Ambiente si sta impegnando moltissimo per risolvere, per il meglio, il problema dei rifiuti in Campania. Come Assessore alle Aree Protette ha intenzione di insediare il Comitato Consultivo Regionale per le Aree Protette. C'é qualche resistenza per cui ha bisogno della "spinta" di tutti".

sabato 18 ottobre 2008

Sono stati denunciati a piede libero sei cacciatori del salernitano da parte delle guardie giurate del WWF


Sono stati denunciati a piede libero sei cacciatori del salernitano, domenica 12 ottobre 2008, durante un’uscita di vigilanza venatoria dal Nucleo Guardie Ambientali WWF di Salerno. Questo intervento, atto a contrastare il fenomeno del bracconaggio, è partito simultaneamente già alcune ore prima dell’alba, in due zone diverse della provincia: nel territorio di Castel San Giorgio e con precisione nelle località di Santa Maria a Favore e Aiello e, nei territori di Castelnuovo di Conza e Santomenna. Presso gli uffici della sezione provinciale del Nucleo Guardie WWF, già da alcune settimane giungevano segnalazioni di denuncia di gravi illeciti penali ai danni della fauna selvatica, a causa dell’uso di richiami elettroacustici per attirare le quaglie e poi massacrarle. I due distinti gruppi di guardie ambientali, costituiti complessivamente da oltre quindici agenti, hanno pattugliato il territorio fino a localizzare alcuni richiami, grazie all’inconfondibile suono da essi prodotto. Gli agenti, ben nascosti tra la vegetazione presente, hanno atteso l’arrivo dei cacciatori, i quali sono giunti sul posto dopo un tempo d’attesa non molto lungo armati di fucile e con cani al seguito. Solo quando questi si sono avvicinati al richiamo sono stati fermati dalle guardie che hanno poi proceduto al sequestro dei mezzi e dei fucili atti a commettere il reato. Sono state così denunciate all’Autorità giudiziaria sei persone, una di queste ha anche cercato di occultare l’arma, e sequestrati cinque richiami acustici. “Con questa ennesima azione antibracconaggio il WWF ribadisce il proprio impegno a salvaguardia dell’ambiente e tutela della fauna selvatica con la speranza di suscitare l’attenzione dell’opinione pubblica su un problema che sta diventando una vera piaga troppo spesso sottovalutata o ignorata dalle istituzioni. – afferma Fabrizio Lullo coordinatore provinciale - I cacciatori, al pari dei singoli cittadini, sono responsabili del futuro del nostro ambiente naturale e della fauna selvatica che lo abita; affinché essa possa prosperare, occorre che tutti pongano in essere le misure idonee nel rispetto delle leggi che, per definizione del nostro sistema giudiziario, sono uguali per tutti ”.

Mozzarella di bufala campana: un destino evitabile.


La recente crisi del comparto agro-industriale ha prodotto ingenti danni, così come è stato confermato dai dati pubblicati dalla Regione Campania con la presentazione del rapporto sullo stato di emergenza che ha interessato tutto il settore. I risultati dell’indagine condotta al fine di valutare gli impatti economici sulla filiera della mozzarella di bufala campana nel primo quadrimestre 2008, hanno evidenziato una riduzione del fatturato di circa 19 milioni di euro per i caseifici e di oltre 3,3 milioni di euro per gli allevamenti, principalmente nella provincia di Caserta (-2,8 milioni di euro). A ciò va aggiunto un ulteriore calo delle vendite a causa del blocco parziale della commercializzazione per consentire i controlli ufficiali nel mese di aprile, quantificabile in circa 2,8 milioni di euro per i caseifici e 1,7 milioni di euro per gli allevamenti.
Per superare queste difficoltà sono stati individuati alcuni interventi, sia di carattere strutturale che di contrasto dell’emergenza. Gli interventi strutturali sono in parte già in fase di attivazione dagli strumenti di politica industriale regionale accessibili dai caseifici (contratti di programma, consolidamento passività, sostegni all’innovazione), agli strumenti che il Piano di sviluppo rurale (PSR) mette a disposizione della ristrutturazione degli allevamenti e dello stadio agricolo della filiera, al Piano per l’eradicazione della brucellosi bufalina in provincia di Caserta.
Gli interventi di emergenza, invece, si articolano in:
• interventi generali, rivolti a tutte le imprese (fondo di garanzia per differimento di pagamenti bancari, anticipo rimborsi iva, differimento pagamenti all’agenzia delle entrate, promozione consumi, ritiro del latte in eccesso);
• interventi specifici per i caseifici e gli allevamenti coinvolti nei controlli sanitari di aprile 2008 (contributo forfettario alle imprese coinvolte nei controlli ufficiali, ritiro e distruzione del latte contaminato, bonifica degli allevamenti).
Il rapporto è stato presentato lo scorso 8 settembre presso il Mipaaf alla presenza dei rappresentanti delle Associazioni di categoria e della filiera regionale, che hanno concordato sulla necessità di avviare gli interventi previsti con una tempistica adeguata, tenendo conto della necessità di dare risposte urgenti ad un settore che è un “patrimonio nazionale”, economico oltre che gastronomico.
Il WWF Salerno, che nel settore è impegnato ogni anno con il proprio Nucleo di Vigilanza Ambientale con decine di interventi e sopralluoghi, richiama l’attenzione sulla necessità di incrementare da parte degli Enti preposti i controlli ambientali a 360 gradi, partendo da una diversa Politica Ambientale fondata sul rispetto e sulla gestione oculata delle nostre risorse, che da più parti ormai subiscono l’aggressione violenta dell’uomo. L’emergenza diossina dovrebbe insegnare a tutti noi, che l’abbandono del controllo del territorio porta prima o poi, inevitabilmente ad un tragico destino, a cui nessuno poi si può sottrarre.

mercoledì 8 ottobre 2008

Prende il via l'iniziativa promossa da Legambiente: "Puliamo il Mondo"

Nell’ambito dell’iniziativa nazionale “Puliamo il Mondo”, promossa da Legambiente, il parco, in collaborazione con le comunità montane, i comuni, il Consorzio Smaltimento Rifiuti SA/4, le associazioni di protezione ambientale, le associazioni di volontariato e le scuole, ha organizzato una tre giorni di pulizia dell’area protetta. Tre giorni, il 26, 27 e 28 settembre, dedicati alla pulizia di strade, piazze, parchi, fiumi, spiagge e fondali marini, per sensibilizzare giovani e adulti alla cura del territorio. Sulla scia delle iniziative nazionali, sono stati attuati numerosi interventi in luoghi diversi, durante i quali, bambini, studenti, volontari sono scesi in campo, con i kit messi a disposizione dall’Ente parco per dedicarsi, alla pulizia di micro-discariche, alla raccolta dei rifiuti impropriamente abbandonati lungo i sentieri e nei boschi, negli spazi ricreativi pubblici, sulle spiagge e lungo le rive dei corsi d’acqua. Il coinvolgimento delle giovani generazioni, ha il duplice scopo di rappresentare un esempio per gli adulti e indirizzare i ragazzi verso un comportamento più responsabile e attento nei confronti dell’ambiente. Non a caso l’ente, negli ultimi tre anni, realizza un importante progetto di educazione ambientale denominato, “A Scuola nel Parco”, un programma educativo che prevede tra i suoi moduli didattici, un percorso di analisi dei nostri consumi e di divulgazione dell’importanza della raccolta differenziata dei rifiuti. Con l’attivazione di questi interventi nella scuola si è voluto, ancora una volta, incentrare l’attenzione sui temi dell’educazione ambientale, finalizzata alla promozione di comportamenti orientati al consumo consapevole e al corretto smaltimento dei rifiuti.

é nato l'Osservatorio Europeo del Paesaggio

E’ nato l’Osservatorio Europeo del Paesaggio, il battesimo è avvenuto in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2008, tenutesi presso la Certosa di San Lorenzo a Padula dal 26 al 28 settembre. A testimoniare l’importanza dell’istituzione dell’Osservatorio, unico in Italia, che avrà la sede di rappresentanza presso la Certosa di San Lorenzo, una targa in argento consegnata dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. L’iniziativa, promossa dalla Provincia di Salerno e da ARCO LATINO (associazione dell'Europa del Sud comprendente i territori di Spagna, Portogallo, Francia e Italia, che si affacciano sul Mediterraneo occidentale) ha visto, per tre giorni, studiosi e rappresentanti istituzionali, provenienti da tutta Europa, discutere di temi inerenti la tutela del paesaggio. L’Osservatorio Europeo del Paesaggio rappresenta un’importante occasione di confronto per l’attuazione dei principi della Convenzione Europea del Paesaggio, stipulata a Firenze il 20 ottobre 2000 e ratificata dallo Stato Italiano con legge n.14 del 9 gennaio 2006, che pone in risalto il diritto al paesaggio e alla qualità della vita per tutti i cittadini europei. Prima azione dell’Osservatorio è stata l’istituzione del forum dei siti UNESCO del Mezzogiorno. L’obiettivo è quello di costituire una rete fra i 16 siti (14 materiali e 2 immateriali) ubicati nelle regioni meridionali d’Italia per essere maggiormente valorizzati al fine di un migliore sviluppo sociale ed economico del Meridione d’Italia. La prima riunione operativa del forum è prevista a Siracusa, nella seconda metà di ottobre cui seguirà un altro incontro a Venezia, dove i rappresentanti dell’Osservatorio Europeo del Paesaggio incontreranno i vertici UNESCO in Italia allo scopo di pianificare le strategie da attivare a livello nazionale ed europeo in tema di salvaguardia paesaggistica. Primo fra tutti arginare il dilagante fenomeno dell’abusivismo edilizio.

Oasi del Bosco di San Silvestro, Caserta.


Domenica 12 Ottobre ore 10,30 - “Dal latte al formaggio” - visita guidata con laboratorio –



PROGRAMMA

Ore 10,30 Appuntamento alla guardiola d’ingresso dell’Oasi e formazione dei gruppi;

- Visita guidata nel Bosco in “veste autunnale” fino al Real Casino dove
ci sarà un operatore dell’Azienda casearia biologica “La Dispensa” di Conca
della Campania.

- Si assisterà in diretta al processo di trasformazione del latte in formaggio che
poi verrà degustato.

Al termine, chi vorrà, potrà consumare la propria colazione a sacco nell’area pic-nic dell’Oasi.

Non occorre prenotazione , è sufficiente trovarsi alle 10,30 al cancello d’ingresso.

Coloro che, per motivi di traffico o imprevisti, si accorgono di non poter arrivare in orario (non oltre le 11,00 ) sono pregati di avvertirci telefonicamente in modo che una guida possa attenderli e riunirli al gruppo.

Costi : Adulti euro 8,00
Gruppo famiglia “ 6,00 per ciascun componente (minimo tre paganti)
Soci WWF “ 2,00
Bambini < di 6 anni gratuito

Tel. 0823/361300 - Fax 0823/446110 e-mail
Domenica 12 Ottobre ore 10,30 - “Dal latte al formaggio” - visita guidata con laboratorio –



PROGRAMMA

Ore 10,30 Appuntamento alla guardiola d’ingresso dell’Oasi e formazione dei gruppi;

- Visita guidata nel Bosco in “veste autunnale” fino al Real Casino dove
ci sarà un operatore dell’Azienda casearia biologica “La Dispensa” di Conca
della Campania.

- Si assisterà in diretta al processo di trasformazione del latte in formaggio che
poi verrà degustato.

Al termine, chi vorrà, potrà consumare la propria colazione a sacco nell’area pic-nic dell’Oasi.

Non occorre prenotazione , è sufficiente trovarsi alle 10,30 al cancello d’ingresso.

Coloro che, per motivi di traffico o imprevisti, si accorgono di non poter arrivare in orario (non oltre le 11,00 ) sono pregati di avvertirci telefonicamente in modo che una guida possa attenderli e riunirli al gruppo.

Costi : Adulti euro 8,00
Gruppo famiglia “ 6,00 per ciascun componente (minimo tre paganti)
Soci WWF “ 2,00
Bambini < di 6 anni gratuito

Tel. 0823/361300 - Fax 0823/446110 e-mail
laghiandaia.wwf@libero.it

martedì 7 ottobre 2008

L’ANGELO MEDICO RAFFAELE E L’ERBA TAUMATURGICA

Di don Marcello Stanzione

L’Angelica o Angelica archangelica, è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Umbrelliferae originaria sia dell’Europa settentrionale che dell’Asia, ed essa fiorisce in tarda estate. E’ sicuramente una delle piante officiali più conosciute e più ricche di storia e di curiosità. Secondo una pia leggenda, pare sia stata donata agli uomini dall’arcangelo Raffaele e durante il Rinascimento per sottolineare la sua origine “celeste”, era chiamata addirittura erba Arcangelica perché lo spirito celeste Raffaele avrebbe lui in persona rivelato le virtù benefiche e del tutto eccezionali di questa pianta. Santa Ildegarda di Bingen scrisse nel suo libro di rimedi curativi, un trattamento contro la febbre proprio a base di Angelica e i monaci benedettini nelle loro ricette a base di erbe e nelle composizioni dei loro famosi liquori ne fecero un largo inpiego in diversi gin e vermut, nello Strega e nello Chartreuse. Proprio durante il Rinascimento, l’Angelica riscosse un particolare successo perché le sue propietà si rivelarono un eccellente rimedio contro la peste. In un recente passato era una delle piante più utilizzate per combattere la difterite e per uso esterno era impiegata contro le affezioni della bocca, inoltre era considerata uno stimolante del sistema linfatico, ottima come coadiuvante in caso di bronchiti ed in quelli più gravi di tubercolosi. Poiché egli ha trovato il rimedio proprio per guarire la cecitá del vecchio Tobia, Raffaele é considerato come l'angelo taumaturgo e, a questo titolo, egli é uno dei santi patroni dei medici e dei farmacisti, ma anche dei ritrosi. Ma in origine, i fedeli che l'invocano aspettano da lui che egli ottenga la guarigione spirituale, ossia la grazia della conversione. Fin dal Medio Evo circola questa preghiera:

Venite in mio aiuto, ve ne supplico,
Glorioso Principe San Raffaele,
Il miglior medico delle anime e dei corpi.
O voi che avete guarito gli occhi di Tobi,
Date ai miei occhi la luce fisica,
Ed all'anima mia la luce soprannaturale:
Allontanate da me tutte le tenebre
Con le vostre celesti suppliche. Amen. (Manoscritto del XI secolo)

Uno dei primi a fare appello ai poteri dell'arcangelo come guaritore delle anime é il giovane eremita GENS BOURNAREL (il suo nome significa in provenzale bello, grazioso). Nato nel 1104 a Monteux, vicino a Carpentras, egli nutrí fin dalla sua infanzia una particolare devozione a San Raffaele, e deplora tanto piú la fastidiosa abitudine che hanno i suoi concittadini di "punirlo" quando la siccitá fa strage: essi portano in processione un'antica statua ritenuta rappresentare l'angelo, poi vanno ad immergerla nelle acque del Ricaveau, un ruscelletto vicino, dove essa rimane immersa fino a che infin cade la pioggia. Un giorno, Gens decide di metter fine a questa pratica superstiziosa: prende l'effigie e la brucia, col pretesto che quel pezzo di legno divenuto informe in capo al tempo non é altro che la reliquia di un antico idolo. Senza dubbio non ha torto. Gli abitanti di Monteux, parroco in testa, si adirano e cacciano l'importuno a colpi di pietra. Alcuni autori dicono che egli ne é tanto piú contento che cosí facendo sfugge ad un matrimonio progettato da papá Bournarel, e di cui egli non voleva saperne. Gens - non ha che una quindicina d'anni - si ritrae in solitudine nei dintorni del Beaucet, non lontano da Venasque.
Per alcuni anni, egli vi mena una vita solitaria, beneficiando di frequenti apparizioni del suo angelo custode e dell'arcangelo Raffaele, al quale egli chiede la conversione degli abitanti di Monteux. Un giorno, avendo un lupo sgozzato la sua mucca, egli lo obbliga in nome dell'angelo a prendere il posto della povera bestia per tirare la carretta. Ma la leggenda non dice che il lupo gli abbia fornito anche del latte. San Gens é morto all'etá di 23 anni nel posto dove si innalza oggi il villaggio che reca il suo nome.
Una gentile leggenda poitevina riporta che Raffaele riveló ad un pio eremita - é San Gens? - l'uso dell'angelica, cosí chiamata in suo onore (la si chiamava una volta arcangelica). A credere agli autori antichi, questa pianta sarebbe una vera panacea: essa guarirebbe la rabbia e le malattie proprie alle donne: "Essa aiuta le donne ritenute troppo fredde a concepire, e fa venire i fiori alle ragazze che tardano troppo nell'averli". Essa renderebbe amabili le spose e le suocere amare, e fedeli le balzane. Sarebbe anche sovrana contro il veleno dei serpenti e degli scorpioni, e permetteva di vivere centenario. Un certo Annibale Camoux, morto a Marsiglia nel 1759 all'etá rispettabile di centoventi anni, attribuiva la sua longevitá eccezionale all'abitudine che aveva di masticare ogni mattina la radice di angelica. Madame de Sévigné, che ne usciva pazza - il suo buon gusto non ricorda nulla di cui ci si sovvenga e non rassomiglia a nessun altro gusto che il suo - non dovette dare sufficientemente libero corso alla sua leggendaria ghiottoneria poiché é deceduta a settant'anni. Soprattutto, l'angelica mostrerebbe la sua efficacia a1 momento delle epidemie di peste: nel 1510, riporta Paracelso, la si utilizzó contro questo flagello a Milano, e quando esso si abbatté sul Poitou, il 6 maggio 1603, le religiose della Visitazione di Niort - che avevano fatto dei rami di angelica confetti di loro specialitá, molto ricercata - si misero a distillare la pianta per distribuirne il liquore agli ammalati. Si ignora se il rimedio fosse efficace, ma questo non ha nulla di sorprendente, tanto é vero che dopo una macerata di anguilla all'aglio ed una buona irrorata di angelica, chiunque si trovasse in punto di morte risusciterebbe subito: il miscuglio, specialitá del Marais (palude) poitevino - é detonante.
Questa utilizzazione dell'angelica trae la sua origine da una apparizione dell'arcangelo a SIMONE DE SOUSA, superiore del convento dell'Ordine di Nostra Signora della Mercede a Cordoba durante la peste del 1348. il religioso si desolava nel vedere gli ammalati soccombere a centinaia - vi furono tante vittime presso i mercedari stessi, che inquadrarono una fusione con i trinitari, non meno provati -, quando egli vide apparire un giovane d'una bellezza eclatante che gli disse: lo sono l'arcangelo Raffaele, vengo in tuo aiuto. Le tue preghiere, le tue elemosine, e soprattutto la tua perseveranza nelle vie dell'umiltá e della caritá, sono d'un sí grande pregio agli occhi di Dio, ch'egli calmerá il suo corruccio, distoglierá il flagello e fará sentire a questa cittá provata le dolcezze della sua misericordia. Vai a trovare il vescovo e digli di far mettere sul campanile della cattedrale una mia immagine, e che egli esorti il popolo a ricorrere alla mia intercessione. Immediatamente, gli ammalati saranno guariti, alla sola condizione di chiedere alla Regina degli angeli la medicina di Dio. Apprendi anche che tutti quelli che porteranno la mia immagine e faranno ricorso alla mia intercessione, saranno liberati da ogni male, in particolare dai malefici dell'impuro Asmodeo, che perde gli uomini e rapisce loro la grazia di Dio.
La medicina di Dio non era, come lo si credette piú tardi, l'angelica. Raffaele pensava piuttosto ai rimedi spirituali che costituiscono la preghiera e la conversione. Il popolo non si sbaglió affatto, e ben presto l'epidemia fu circoscritta. Riconoscente, Cordoba si pose solennemente sotto la protezione dell'arcangelo, al quale la municipalitá innalzó nel 1884 una statua su una delle piazze della cittá.
A partire da allora, la devozione verso l'angelo guaritore fu popolarissima in Spagna. San GIOVANNI DI DIO (1439-1550), fondatore a Granata di un ospizio da cui sarebbe uscito l'Ordine dei Fratelli Ospedalieri, benefició fin dagli inizi della sua impresa dell'aiuto di Raffaele, che gli apparve per dirgli: Giovanni, io sono l'arcangelo Raffaele, inviato da Dio per assisterti nel tuo caritatevole lavoro. Il Signore mi ha confidato la custodia della tua persona e di tutti quelli che, con te, serviranno il Signore. Io tengo un conto fedele delle tue azioni e delle elemosine che ti sono fatte. lo ho per missione di proteggere tutti quelli che favoriranno le tue opere di caritá.
Sotto tali auspici, l'opera non poteva che prosperare, e l'angelo vi si impegnó. Una volta, come Giovanni percorreva le strade di Granata con l'attrattiva della sua caritá - marmitte piene di zuppa, fiaschi di vino e flaconi d'olio, stoffe, bende, fiale di medicamenti e vasi di unguento -, egli vide sotto un portico un miserabile in stato pietoso: occorreva portarlo all'ospedale, ma come fare, carico del suo basto di soccorritore? Subíto apparve Raffaele, prese il medico in braccio e ne caricó le spalle di Giovanni che, piegando sotto il peso, raggiunse tanto bene quanto male l'ospizio. Un'altra volta, essendo venuto a mancare il pane, Giovanni si pose in dovere di solcare le vie della cittá per trovare qualche benefattore. Durante la sua assenza, un bel adolescente vestito come lui entró in infermeria, recando una cesta colma di pane tanto fresco, con cui gli ammalati si saziarono. Quando il santo questuante rientró - afflitto e desolato al pensiero che i suoi poveri non avrebbero avuto da mangiare -, li trovó saziati, dormenti beatamente. Siccome egli si meravigliava, l'arcangelo si mostró a lui: Fratello mio, noi formiamo un solo e stesso ordine, poiché vi sono degli uomini che, sotto un povero abito, sono uguali agli angeli prendi questo pane che il Cielo vi invia!. Ed egli designó una provvigione di michette calde e dorate a punto, che assicurarono la pietanza dell'indomani. Si trovarono tuttavia diverse volte alcuni ammalati un po' tignosi nel far osservare che, la vigilia, quando egli aveva loro distribuito i pani, Giovanni era d'una bellezza e d'una giovinezza singolari. Egli ebbe delle difficoltá nel convincerli che la fame aveva dato loro di volta, essi non demorsero: o era un angelo, oppure il loro benefattore era in bilocazione, trasfigurato dal miracolo. L'una e l'altra possibilitá non essendo contraddittorie, cosí come lo spiegherá nel XX secolo la stigmatizzata tedesca Teresa Neumann, rivestendo il suo angelo custode la sua parvenza per esercitare da lontano un apostolato che ella si sarebbe augurata di compiere, ma che la distanza od altre circostanze le impedivano di compiere di persona: Un uomo ce mi é del tutto sconosciuto mi ha raccontato che egli era pronto, sabato scorso, a suicidarsi a causa delle pene morali e delle difficoltá professionali insormontabili. Subito, Teresa Neumann si era trovata davanti a lui e lo aveva messo in guardia, dissuadendolo dal compiere il suo gesto. Nel suo stato normale, Teresa mi disse che ella aveva avuto molto da soffrire quel sabato, che era stata in preda a penose tentazioni di scoraggiamento. Nello stato di riposo elevato, ella ci fece sapere che il suo angelo custode aveva rivestito il suo aspetto per avvisare quell'uomo, poiché egli interviene cosí per manifestare quello che il Salvatore opera in lei.
Quello che fece senza dubbio l'angelo custode della beata GIACINTA MARTO (1910-1920), la piccola veggente di Fatima, per riportare nel retto cammino un "figlio prodigo" che sua madre aveva confidato alla preghiera della ragazzina: Egli affermava che Giacinta gli era apparsa, che l'aveva perfettamente riconosciuta. Chiesi a Giacinta se fosse vero che lei si era trovata lá con lui. Ella mi rispose di no; che non sapeva neanche dove fosse quel bosco di pini e quelle colline dove egli si era perduto. "Io ho solamente pregato molto per lui Nostra S'ignora, mi disse lei, poiché avevo pena per zia Vittoria ". Ecco dunque quello che lei mi ha risposto. Che cos'é dunque accaduto? Non lo so. Dio solo lo sa.
Alla morte di Giovanni di Dio, le campane delle chiese di Granata si misero a suonare: come lo avevano fatto alla sua nascita -, fenomeno che il buon popolo attribuí ad una iniziativa degli angeli desiderosi di rendere omaggio a colui che li aveva tanto onorati e pregati durante la sua vita.
SAN FRANCESCO E L’IDEOLOGIA ANIMALISTA

Di don Marcello Stanzione


San Antonio abate, che si festeggia il 17 Gennaio, è considerato il protettore degli animali domestici, mentre san Francesco d’Assisi che si festeggia il 4 Ottobre, viene considerato il protettore dei volontari della protezione animali che in quella data indicono la loro giornata di sensibilizzazione nazionale. Indubbiamente il rapporto dell’uomo occidentale con gli animali è negli ultimi decenni sensibilmente migliorato. E’ infatti cresciuta la percezione dell’interdipendenza biologica tra il mondo umano e quello animale all’interno di ecosistemi i cui equilibri multipli possono venire garantiti soltanto da una mutua condivisione delle risorse della terra. In una recente sentenza dell’Alta Corte del Kerala si sottolinea che gli animali: “ anche se non appartengono al genere homo sapiens, sono esseri viventi che hanno diritto a un’esistenza dignitosa e ad un trattamento umano senza crudeltà e torture… Quindi, non è solo nostro dovere fondamentale mostrare compassione per gli amici animali, ma anche riconoscere e proteggere i loro diritti…Se gli uomini hanno diritti fondamentali, perché gli animali non possono averli?”. L’esigenza di fornire agli animali un’esistenza dignitosa è configurata dall’Alta Corte del Kerala come un vero e proprio diritto, che sta, a sua volta, a fondamento di una serie ulteriore di diritti che vanno dalla nutrizione e dall’attività fisica alla libertà dalla sofferenza e dalla paura, fino all’offerta della opportunità di interagire con altri soggetti della stessa specie. Ma è lecito e possibile parlare di “diritti degli animali”? Per la dottrina cattolica tra gli uomini e gli animali esiste una differenza non solo accidentale o quantitativa, ma sostanziale e qualitativa. L’uomo, a differenza di tutti gli animali, comprese le scimmie più evolute, è un essere intelligente e libero, ha un’anima spirituale e un destino soprannaturale. Solo agli uomini e alle donne spetta la dignità di persona umana, con i conseguenti diritti che ne derivano. Gli animali non sono “persone”, proprio perché non sono capaci di intendere e di volere: non hanno diritti perché non hanno doveri. I loro comportamenti seguono la legge dell’istinto, impressa dal Signore nella loro natura. L’uomo ha in comune con gli animali la natura fisica, ma ciò che da essi lo distingue è la natura razionale. Questa natura fa si che l’uomo non assecondi tutti gli istinti del suo corpo, ma li reprima, li ordini e li finalizzi verso fini superiori. La legge naturale non è dunque la legge zoologica degli esseri viventi, ma l’ordine morale e metafisico del creato che l’uomo può scoprire con la sua ragione. Come afferma il prof. Roberto De Mattei: “Il processo di degradazione intellettuale del nostro tempo vorrebbe trasformare gli uomini in bestie negando loro la natura spirituale, e gli animali in umani, attribuendo loro la dignità di persone”. Per noi cattolici è sconcertante la notizia dell’approvazione da parte del parlamento spagnolo del 26 giugno 2008 di una legge che estende alle “grandi scimmie” (gorilla, scimpanzé, oranghi) alcuni diritti umani. E’ questa la logica ugualitaria del “Progetto Grande Scimmia” Proposto da Tom Regan o dall’australiano Peter Singer e dall’italiana Paola Cavalieri e recepito da Zapatero. I due animalisti sostengono che tra uomini ed animali non esisterebbero confini, né biologici né morali. Ciò che attribuirebbe diritti ad un essere vivente, non è secondo essi, la ragione e la volontà, ma l’autocoscienza e la capacità di soffrire e di godere. Uno scimpanzé, ma anche un cane avrebbero un grado maggiore di una persona cerebroleso. Per questi animalisti, i feti, gli handicappati, i neonati, sono considerati esseri viventi, ma non persone. Singer nel suo testo “Etica pratica” attribuisce la qualifica di persone, con conseguenti diritti, a scimpanzé, balene,delfini, cani, gatti, maiali, foche, orsi in una lista che egli definisce ancora incompleta, ma che seleziona “specie dotate di facoltà mentali sviluppate”. Le conseguenze di tali premesse sono inesorabili. La vita non solo di un feto, ma di un neonato, ha meno valore della vita di un cane o di uno scimpanzé. Un bambino appena nato, sostiene Singer vale quanto una lumaca. Invece per la dottrina cristiana quando Dio ebbe creato il mondo e gli dette a re l’uomo, creato a sua immagine e somiglianza, mostrò all’uomo tutte le creature e volle che egli desse loro un nome, per distinguere queste da quelle. E, si legge nella Genesi “che ogni nome che Adamo diede agli animali era buono, era il vero nome”. Ed ancora nella Genesi si legge che Dio, avendo creato l’uomo e la donna, disse: “Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza, perché domini i pesci del mare, i volatili del cielo, le bestie e tutta la terra e i rettili che strisciano su di essa”. E, creata la donna, come egli fatta ad immagine e somiglianza di Dio, disse Dio all’uomo ed alla donna: “Crescete e moltiplicatevi, riempite la terra e rendetela soggetta, e dominate sui pesci del mare, sui volatili del cielo e sopra tutti gli animali che si muovono sulla terra”, e disse ancora: “Ecco, vi ho date tutte le erbe che fanno seme sulla terra e tutte le piante che hanno in sé semenza della loro specie, perché servano da cibo a voi ed a tutti gli animali della terra ed agli uccelli del cielo ed a quanto si muove sulla terra ed ha in sé anima vivente, affinché abbiano vita”.
Gli animali e le piante, e tutto quanto il Creatore ha creato per utile dell’uomo, rappresentano dunque un dono d’amore ed un patrimonio dato in custodia dal Padre ai figli, perché lo usino con loro utile e con gratitudine verso il Datore di ogni provvidenza. Perciò vanno amati e trattati con giusta cura. Che diremmo noi di un figlio al quale il padre desse vestiti, mobili, denaro, campi, case, dicendo: “Te li dono per te e per i tuoi successori perché abbiate di che essere felici. Usate di tutto questo con amore, in ricordo del mio amore che ve lo dona”, e che poi, sia il figlio che i figli di lui, lasciassero rovinare tutto o dilapidassero ogni bene? Diremmo che non hanno fatto onore al padre , che non hanno amato il padre ed il suo dono. Ugualmente l’uomo deve avere cura di quanto Dio, con cura provvidenziale, gli ha messo a disposizione. Cura non vuol dire idolatria, né affetto smodato per le bestie o le piante, o qualsiasi altra cosa. Cura vuol dire senso di pietà e di riconoscenza per le cose minori, che ci servono e che hanno la loro vita, ossia la loro sensibilità.
L’anima vivente delle creature minori, delle quali parla la Genesi, non è l’anima quale l’ha l’uomo. E’ la vita, semplicemente la vita, ossia l’essere sensibile alle cose attuali, tanto materiali che affettive. Quando un animale è morto, è insensibile, perché con la morte per esso è la vera fine. Non c’è futuro per esso. Ma finché è vivente soffre la fame, il freddo, la stanchezza, è soggetto a ferirsi e soffrire, a godere, ad amare, ad odiare, ad ammalarsi e morire. E l’uomo, in ricordo di Dio che gli ha dato quel mezzo per rendergli meno aspro l’esilio sulla terra, deve essere umano verso le creature minori che sono gli animali. Nel Libro di Mosè non è forse prescritto di avere sensi di umanità anche per gli animali, volatili o quadrupedi che siano?
Bisogna saper vedere con giustizia le opere del Creatore. Se si guardano con giustizia si vede che sono “buone”, e cosa buona va sempre amata. Si vede che sono cose date per fine buono e per impulso d’amore, e come tali le possiamo, le dobbiamo amare, vedendo, oltre l’essere finito, l’Essere Infinito che le ha create per noi. Si vede che sono utili, e come cose utili vanno amate. Nulla, ricordiamocelo bene, è stato fatto senza scopo nell’universo. Dio non sciupa la sua perfetta potenza in cose inutili. Il filo d’erba non è meno utile del tronco poderoso al quale si appoggia un temporaneo rifugio. La stilla di rugiada, la piccola perla della brina, non sono meno utili dell’immenso mare. Il moscerino non è meno utile dell’elegante, ed il verme che sta nel fango del fossato meno della balena. Nulla di inutile è nel creato. Dio tutto ha fatto con fine buono, con amore per l’uomo. L’uomo deve usare tutto con retto fine e con amore per Dio, che gli ha dato tutto quanto è sulla terra perché sia suddito al re del creato.
Talvolta noi diciamo che l’animale serve, spesso meglio degli uomini, gli uomini. Gli animali, le piante, i minerali, gli elementi superano tutti l’uomo nell’ubbidire, seguendo passivamente le leggi creative, od arrendendosi all’addomesticamento allo scopo per il quale sono stati creati. La sensibilità dei cristiani nei confronti degli animali e l’impegno a creare condizioni perché possano vivere dignitosamente nasce dal dato biblico e respinge le tesi di animalisti estremisti, le cui tesi vanno dall’abbandono di ogni forma di specismo, all’assegnazione agli animali di un valore inerente fino alla possibilità di applicare loro lo stesso concetto di persona. Come cristiani, mantenendo intatta l’asimmetria tra mondo animale e mondo umano, è possibile utilizzare il termine diritti anche in riferimento agli animali se lo si intende in senso derivato, non attribuendogli cioè il significato di tutela del margine di responsabilità morale della persona, ma limitando la sua definizione alla pretesa di ottenere il rispetto del proprio essere, e in particolare la propria integrità fisica e psichica. Sono anticristiani tutti gli atteggiamenti verso gli animali ispirati all’indifferenza e alla crudeltà.

sabato 4 ottobre 2008

“Med Vinischia 2008 - Vino, mare e prodotti tipici campani”, il 4 e 5 ottobre ad Ischia.

Ad Ischia Porto sabato 4 e domenica 5 ottobre si svolgerà la manifestazione enogastronomica “Med Vinischia 2008– vino, mare e prodotti tipici campani” ideata dal patron Marco Starace. L’occasione permette al visitatore di gustare le migliori produzioni vitivinicole e le produzioni tipiche casearie di tutta la Campania e di visitare le campagne ischitane, luogo di produzione di molti prodotti di eccellenza, con l'eccezionale guida dei contadini locali. L’evento collegato con la manifestazione culinaria è la regata velica, legata a “Le vie del mare e del vino”, “Vinischia Cooking Cup”, dove saranno coinvolti gli skipper della Lega Navale ed i ragazzi dell’Istituto Alberghiero “Telese” di Ischia, che dovranno formare un team vincente per aggiudicarsi la ambita “Cooking Cup”. In quanto ad ogni imbarcazione, che si sarà iscritta a questo evento, sarà abbinato, mediante sorteggio, un vitigno autoctono Campano, e gli alunni dell’Istituto Alberghiero “Telese”, insieme ai propri professori di cucina e sala, dovranno studiare a fondo la storia dei vitigni assegnati e trovare i possibili abbinamenti con le pietanze che saranno, poi, preparate a bordo. Nel weekand ischitano c’è tempo per visitare il Museo Archeologico Villa Arbusto di Lacco Ameno, il giardino Botanico “La Martella di Forio d’Ischia” con piante tropicali e mediterranee uniche e lasciarsi coccolare dalle acque termali e dalle mani sapienti dei massaggiatori dei “Giardini Poseidon” (stabilimento termo-balneare con 30 piscine termali a differente temperatura). Per i più dinamici ed amanti del mare è imperdibile l’occasione di effettuare immersioni notturne negli spettacolari fondali marini dell’isola nelle pozze d’acqua calda nella Baia di Sorgeto. Programma del weekand. Sabato 4 ottobre presso la Tenuta Calitto della D’Ambra Vini, dopo una visita alla storica azienda, si terrà il “Laboratorio internazionale sulla degustazione del Vino” a cura dell’AIS Campania, dove si incontreranno i sommelier napoletani e quelli del Principato di Monaco per discutere sulle tecniche di degustazione. Per proseguire con la degustazione delle “bollicine” ai Giardini Arimei dei Fratelli Muratori e con la visita alle “Fosse dei Conigli” presso l’azienda Pietratorcia. All’imbrunire presso la sede della Lega Navale di Ischia si svolgerà la conferenza di presentazione della “Vinischia Cooking Cup” e dei piatti che saranno elaborati in gara con, a seguire, il Simposio sui vitigni autoctoni Campani a cura dell’AIS Campania, per dar modo a tutti, di avere una panoramica completa sui tesori della nostra tradizione locale. Al termine ci sarà il cocktail di apertura della manifestazione, organizzato dall’Aibes Ischia, dalla federazione Italiana Cuochi, dall'AIS, dall' Onaf e dal gruppo “Cilentiamoci”. Domenica 5 ottobre alle ore 9.30 partirà da Ischia Porto la “Vinischia Cooking Cup 2008” che interesserà lo spicchio di mare tra Ischia Porto, Castello Aragonese e Vivara. Al rientro ci sarà la presentazione dei piatti elaborati e la giuria valuterà il piatto, l’abbinamento con il vino e l’esposizione della pietanza più coinvolgente e completa: la sommatoria dei voti ai fornelli e sull’acqua decreterà il vincitore. Presso i saloni della Lega Navale sarà approntata un’area degustazione delle eccellenze campane con una panoramica sui “Formaggi Campani” a cura dell’Onaf di Napoli, che farà da cornice alla premiazione dell’equipaggio vincitore di questa “regata ai fornelli”. La manifestazione si concluderà presso il ristorante il Mosaico, dove, dopo una degustazione guidata su due tipologie di sigari a cura del Club Amici del Toscano, avverrà la consegna del premio AIS 2008 “Al miglior Narratore del Vino”. Questi eventi avranno come corollario la IV edizione di “Vinarte”, dove sarà protagonista la mostra fotografica “Diario di Napoli anni ‘60 di Guido Giovannini” e lo spettacolo “Les saveurs de la terre” proposto da Cilentiamoci.
articolo scritto da Piscicelli Vincenzo.

Latte doc?


Foto scattata a San Donato (Eboli) dal fotografo Paolo Garofalo

sabato 20 settembre 2008

Canosa di Puglia, un mix di bellezze naturali e prodotti culinari di qualità

Chi ama viaggiare ed è interessato a scoprire e confrontarsi con realtà e tradizioni sempre diverse, non può non visitare la bella cittadina di Canosa di Puglia, che sorge ad un paio di chilometri dalla sponda orientale del fiume Ofanto e ad una ventina di chilometri dal Mar Adriatico, su un territorio livellato, anticamera dell'Altopiano delle Murge. Il clima temperato regala agli abitanti stagioni miti, caratteristica che favorisce le varie produzioni agroalimentari e vitivinicole locali. Eccellente è la produzione di olio d'oliva extravergine di alta qualità per cui la cittadina rientra nel progetto "Strada dell'Olio Extra Vergine d'Oliva dop Castel del Monte" e dell'omonima Strada dei Vini. Dal punto di vista vitivinicolo. La Puglia è sempre stata conosciuta per l’elevata produttività di un vino dalla consistente struttura che veniva utilizzato per dare un po’ di acidità e carattere alle altre tipologie meno strutturate. E solo negli ultimi anni i produttori locali hanno rivalutato le proprie uve autoctone (Negroamaro, Primitivo ed Uva di Troia o Barlettana o Uva di Canosa o Uva della Marina) producendo vini di qualità. L'Uva di Troia, dal nome mitologico, è un uva rossa originaria dell'Asia Minore, portata in Puglia dai greci, che prima era utilizzata solo in assemblaggio ad altre uve nei vini a denominazione di origine controllata delle province di Bari e Foggia come il “Rosso Canosa DOC” chiamato anche Canusium e negli ultimi anni rivalutata e prodotta in purezza. L’occasione per apprezzare e far conoscere al grande pubblico, non solo la città di Canosa di Puglia (Bari) con i suoi siti archeologici e le spettacolari cave di tufo in grotta ma anche il nettare prodotto da questo vitigno è stato il primo concorso di vini da uva di Troia “Premio Campi Diomedei”. Le aziende in concorso sono state diciassette, dieci per i vini in purezza e nove con almeno il 50% con uve di Troia, le quali si sono sfidate nelle due rispettive categorie. Tra queste, merita una citazione particolare il “Nero di Troia”, prodotto dalla Cooperativa Agricola Tratturo Regio di Canosa di Puglia, che ha avuto la menzione di merito nella categoria “in purezza”. Il “Nero di Troia” è stato apprezzato in degustazione da solo e gustato in abbinamento con i taralli e la pizza povera (condita soltanto con olio extravergine di oliva, sale, pepe e cotta nel forno a legna) dai turisti nella manifestazione dedicata all'enogastronomia denominata “Le vie del Nero di Troia”. La degustazione del “Nero di Troia” di Tratturo Regio, Rosso IGT Puglia 100% uve nero di Troia gr. 13% anno 2006, prodotto dai vigneti dell'agro di Canosa, avvenuta nelle Grotte di tufo della Famiglia Leone, racconta di un vino dal color rosso rubino tendente al granato, con profumi intensi ed abbastanza persistenti dalle piacevoli note di frutti rossi giovani, che al palato risulta essere piacevolmente fresco, di corpo e sapido. Per gustarlo al meglio è importante scegliere i calici per vini rossi di corpo che ne permettono il giusto arieggiamento e la diffusione degli odori oltre che la giusta temperatura di servizio che deve essere di 16-18°. Questo vino è abbinabile ai prodotti tipici locali ed a preparazioni abbastanza strutturate, come salumi, piatti al ragù, carni varie e formaggi come pecorini stagionati e parmigiano reggiano di almeno 24 mesi. Eccezionale se versato in una brocca con le percoche (pesca tipica locale) tagliate a pezzi e lasciate macerare per qualche ora prima di essere bevuto. Ricordando che l’alcool e la velocità non sono mai buoni compagni di viaggio ed alla guida non bisogna distrarsi. Bere un calice di vino non fa male, basta farlo nei momenti e nei posti giusti e Canosa di Puglia con le sue campagne, gli ulivi secolari, i vigneti a tendone e l'ospitalità della popolazione locale è di certo il posto ideale dove soffermarsi qualche giorno ed apprezzare oltre che la bellezza dei luoghi con le meraviglie archeologiche anche la piacevolezza di un buon bicchiere di vino e dei prodotti culinari tipici. L'appuntamento è qui, in terra di Puglia, per le prossime manifestazioni eno-gastronomiche e culturali. Vincenzo Piscicelli (Sommelier AIS)

IL PARCO DEI MONTI PICENTINI A PARCHINMOSTRA

Presso la Mostra d’Oltemare di Napoli è in corso di svolgimento la tradizionale manifestazione denominata PARCHIMOSTRA. Si tratta di un’appuntamento fieristico annuale dedicato alle aree naturali protette e alle riserve naturali della nostra regione. L’iniziativa, organizzata congiuntamente dagli assessorati all’ambiente e al Governo del Territorio della Regione impegnerà i giorni 20 e 21 Settembre.
Il Parco Regionale dei Monti Picentini, presieduto da Sabino Aquino, ha allestito nell’ambito di tale manifestazione un grande Stand ove è possibile consultare e visionare una vasta documentazione fotografica e cartografica, inerente le bellezze naturali e paesaggistiche dell’area protetta dei Picentini e le più significative manifestazioni delle tradizioni popolari. Attraverso una rete telematica computerizzata, appositamente allestita, il visitatore può consultare le varie progettazioni esecutive che il Parco dei Monti Picentini ha avuto finanziate della Comunità Europea ed ha in corso di esecuzione.
Si tratta di importanti opere che dovranno avviare un adeguato sviluppo socio-economico del comprensorio dei Picentini. Tra l’altro sono previste: la realizzazione della rete dei sentieri, delle aree faunistiche, il recupero dei rifuggi montani, dei centri di accoglienza e dei centri di educazione ambientale, gli sportelli Info-Poit, i Parchi archeologici, la restaurazione di importanti complessi monumentali, la riqualificazione ed il recupero dei centri storici dei Comuni rientranti nel Parco, i vari musei delle civiltà: contadina, artigiana, dell’acqua e delle tradizioni popolari, le aree attrezzate per campeggio e per i centri di visita. Il visitatore, può anche eseguire in tempo reale, ricerche bibliografiche relative alle varie tematiche ambientali nonché alla fauna, alla flora e a tutte quelle risorse naturali presenti nell’area dei Picentini, come ad esempio le risorse idriche che fanno del Parco dei Picentini il più importante bacino acquifero dell’Appennino Meridionale. Sulle fonti idriche, diversi sono gli studi di carattere idrogeologico, esposti nello Stand ed effettuati, dallo stesso presidente Aquino. Il visitatore mediante appositi questionari informatizzati, può inoltre formulare osservazioni, rilievi e suggerimenti relative al tipo sviluppo che dovrà assicurarsi a questo nuovo ente territoriale. Con questa iniziativa, afferma il presidente Aquino “abbiamo voluto coinvolgere direttamente gli specialisti del settore ambientale ed i comuni cittadini in vista della predisposizione del Piano Territoriale e Socio-Economico che il Parco a breve deve dotarsi. Si tratta di uno strumento di programmazione di straordinaria importanza che può essere considerato come un contributo significativo al nuovo approccio per il governo del territorio: da una visione più propriamente pianificatoria ad una visione programmatoria territoriale intesa come definizione di tempi, costi e attori coinvolti. Con questo strumento, aggiunge Aquino è possibile mettere a punto una serie di programmi di compensazione ambientale sia in aree naturali sia in aree degradate ricadenti all’interno del Parco. Il valore aggiunto sulle relazioni da instaurare con gli altri enti territoriali e quello di riconoscere gli obiettivi fondamentali del Piano del comprensorio affiancando alle originarie finalità dello sviluppo economico-sociale del territorio dei Picentini anche finalità di sostenibilità ambientale”.
Numerosi inoltre sono i pregiati prodotti tipici del comprensorio dei Monti Picentini, messi in visione ed in assaggio del visitatore.

venerdì 12 settembre 2008

Dario Nuzzo e Mukko Pallino ci guidano nella comprensione delle tematiche ambientali.

"Differenziamoci!", è lo slogan che apre la seconda puntata di Mukko Pallino, il piacevole programma dedicato al mondo dei giovanissimi. Dario Nuzzo giovane e perspicace conduttore, attento a temi vitali, quali il rispetto dell'ambiente, della cultura e del turismo, affronta la questione della raccolta differenziata, attraverso una garbata intervista all'Ass.re alle Politiche Ambientali della Provincia di Salerno, Angelo Paladino.Nel colloquio emerge l'attuale campagna di sensibilizzazione alle politiche ambientali promossa appunto dalla Provincia, "Raccogli, Riduci, Ricicla" ecco le norme che bisogna osservare per rendere l'ambiente sempre più pulito e meno inquinato."Con il riciclo dei rifiuti si riusano alcuni materiali e si diminuisce il consumo delle materie prime, ciò consente un notevole risparmio economico ed energetico". Il messaggio per i ragazzi è chiaro: "Continuiamo a differenziarci!".
Per informazioni: www.darionuzzo.it

domenica 7 settembre 2008

Colti in flagranza di reato dalle Guardie Ambientali del Wwf del Nucleo di Salerno dei cacciatori nelle colline di Eboli

A pochi giorni dall’inizio della nuova stagione venatoria, continuano i massacri delle specie protette. Sono stati denunciati dal Wwf due cacciatori di Montecorvino Rovella. Il secondo giorno di attività venatoria ha fatto registrare, purtroppo, l’ennesimo massacro di esemplari di avifauna appartenenti a specie protette. Nelle campagne del Comune di Eboli, il Nucleo Guardie Ambientali del WWF di Salerno oltre ad aver colto in flagranza di reato un cacciatore mentre abbatteva due Tortore dal collare, durante i regolari controlli svolti nella giornata di domenica hanno sorpreso anche un cacciatore che deteneva un esemplare di Upupa da poco abbattuto. Le Tortore dal collare sono, infatti, una specie che ormai rischia nuovamente di scomparire perché oggetto di una intensa, quanto illecita pressione di caccia. L’Upupa, uccello molto raro che persino Ugo Foscolo rievoca nei suoi Sepolcri, appartiene ad una specie particolarmente protetta, inserita nell’elenco della Convenzione di Berna, tanto particolare da non poter essere scambiata con nessuna specie cacciabile. Alla vista degli agenti, il bracconiere tentava persino di disfarsi del corpo del reato gettandolo in un cespuglio vicino, ma inutilmente. Grazie anche alla successiva assistenza dei Carabinieri della vicina stazione di Eboli e dal pronto intervento del Maresciallo Garrisi, i due bracconieri sono stati invitati a recarsi in caserma per poi essere denunciati a piede libero all’ Autorità Giudiziaria.
“Siamo al secondo giorno di caccia e già sono decine gli esemplari di fauna non cacciabile e particolarmente protetta ritrovati dai soli agenti del WWF. – affermano preoccupate le Guardie Ambientali Wwf del Nucleo di Salerno - Se a questo si aggiungono le minacce ricevute e i colpi di arma da fuoco esplosi a scopo intimidatorio nei giorni scorsi, è obbligatorio rinnovare da parte nostra un appello affinché le istituzioni si dimostrino più attente e sensibili al problema del bracconaggio in Provincia di Salerno e di conseguenza si attivino per arginare questo fenomeno delinquenziale”.

sabato 6 settembre 2008

Chi cerca trova...



Cacciatore spara alle guardie del Wwf e scappa

Nelle campagne di Pontecagnano, in provincia di Salerno, un bracconiere, sorpreso dalle guardie giurate del Wwf, spara contro di queste e scappa facendo perdere le tracce di sé. L’apertura della stagione venatoria, purtroppo, come ogni anno, è stata segnata dal dilagare degli atti di bracconaggio. Nonostante gli appelli al rispetto della legalità che arrivano da ogni angolo della comunità civile e non solo dalle associazioni ambientaliste, il bilancio degli illeciti in materia di caccia diventa sempre più grave e all’apparenza sembrano vani gli sforzi operati per contrastare il dilagante fenomeno del bracconaggio nei confronti dell’avifauna protetta. Durante l’ultimo servizio di vigilanza, il gruppo di agenti del nucleo WWF di Salerno ha sorpreso alcuni cacciatori nelle campagne di Pontecagnano mentre sparavano a qualunque volatile che transitasse in volo. Uno di questi, notato il sopraggiungere delle guardie, si è dato prontamente alla fuga non prima però di avere esploso due colpi di fucile contro gli inseguitori con chiaro intento intimidatorio. Le successive ricerche non hanno consentito di ritrovare il bracconiere che si è dileguato tra i campi della zona. È stato possibile sequestrare il frutto della giornata di caccia del bracconiere, consistente in decine di tortore dal collare e colombi domestici, entrambe specie protette. Sul posto sono stati fermati altri due cacciatori in possesso anch’essi di esemplari di avifauna protetta, i quali sono stati prontamente condotti nella vicina caserma dei Carabinieri di Pontecagnano e denunciati a piede libero contestualmente al sequestro dei fucili e della fauna illegalmente detenuta. La giornata è proseguita con ulteriori controlli e con il ritrovamento di due sacchi ricolmi di decine di esemplari di specie protette (tortore dal collare, storni, rondini e passeri domestici) abbandonati sul posto presumibilmente da qualche cacciatore che, avvertito il “pericolo”, ha pensato bene di allontanarsi il più velocemente possibile. “Se queste sono le premesse della nuova stagione venatoria è facile immaginare quale sarà il prosieguo dell’attività di vigilanza e quale sforzo tutte le associazioni dovranno mettere in campo in maniera sinergica per tentare di limitare i danni alla fauna selvatica. – afferma le guardie giurate del Wwf - Per questo motivo chiediamo un maggiore sostegno, da parte delle istituzioni, a chi con grande senso di abnegazione e sacrificio, è sempre in piena linea per assicurare il rispetto dell’ambiente e delle leggi dello Stato”.
Cronache del Mezzogiorno del 6/9/2008

Morti per l'inquinamento i pesci ritrovati nel Testene ad Agropoli

“I pesci ritrovati nel Testene ad Agropoli non sono morti per eccessivo calore ma per fenomeni di inquinamento”. Con queste parole le sentinelle ambientali del Wwf smentiscono la notizia riportata su un quotidiano locale della provincia di Salerno. La notizia, pubblicata giovedì, 04 settembre 2008, denunciava una moria di pesci nel fiume Testene, il corso d’acqua principale che attraversa l’abitato di Agropoli prima di sfociare a mare. “Nello stesso articolo si dichiara che i pesci ritrovati siano morti a causa dell’ eccessivo calore di questi ultimi giorni. - continuano nella loro dichiarazione. - Il responsabile del settore fauna ittica ed acque interne del WWF SALERNO ONLUS, dott. Alberto Gentile, afferma, infatti, che i pesci fotografati appartengono a una specie di ciprinidi d’acqua dolce (cavedano) abbastanza resistente all’inquinamento e all’innalzamento della temperatura. E’ comunque abitudine di questa specie risalire i corsi d’acqua in cerca di acque più fresche e ripararsi in prossimità delle sponde per trovare riparo dai raggi del sole. Di conseguenza, è improbabile che la causa di morte sia da ricercarsi solo nell’aumento delle temperature, ma piuttosto nella ridotta portata idrica (provocata dalle captazioni abusive) che unitamente agli scarichi inquinanti già esistenti, hanno determinato fenomeni di anossia intollerabili per la vita delle specie presenti. Questo significa che i danni prodotti potrebbero essere più gravi del previsto. Si invita pertanto, l’amministrazione comunale locale a controllare lo stato dell’ambiente fluviale e dei requisiti stabiliti dalla legge in materia, in particolare il deflusso minimo vitale e lo stato ambientale delle acque al fine di verificarne l’idoneità alla vita delle specie ittiche. Sarebbe, inoltre, utile censire tutti gli scarichi (continui ed occasionali) presenti lungo l’asta fluviale perché la sola trasparenza delle acque non è di per sé indice di buona qualità”.

mercoledì 3 settembre 2008

“Seminario di approfondimento di tecniche di polizia ambientale”


Il WWF Salerno ONLUS e le guardie del Nucleo di Salerno organizzano per giovedì 4 settembre 2008, presso la sede di Salerno – Via S. Leonardo 103 - alle ore 18:30, un “Seminario di approfondimento di tecniche di polizia ambientale”.
In particolare, durante l’incontro saranno illustrate le modalità di redazione dei verbali di accertamento amministrativo relativi alle violazioni più comuni in materia di rifiuti, scarichi idrici, ecc…
L’appuntamento risulterà fondamentale per la formazione professionale di chi si accinge ad intraprendere l’attività di guardia ambientale, ma anche un utile momento di aggiornamento per le persone già da tempo impegnate nella salvaguardia e tutela del territorio.
L’invito è esteso a chiunque sia interessato ad accrescere le proprie conoscenze in materia di normativa ambientale, sia come operatore del settore che in veste di semplice cittadino.
Si prega di comunicare, se possibile, la propria partecipazione all’indirizzo e-mail:
salerno@wwf.it

lunedì 1 settembre 2008

Nuova operazione ambientale da parte delle guardia del Wwf

Continua l’opera di tutela dell’ambiente da parte delle guardie ambientali del WWF di Salerno. Durante un’operazione di controllo che si è svolta ieri, le guardie giurate del Wwf, guidate dal caponucleo Fabrizio Lullo e con la collaborazione dei carabinieri della stazione di Santa Maria di Castellabate, hanno intercettato una persona in esercizio di caccia con un fucile flobert. Dopo un breve appostamento è scattata l'operazione che ha consentito di fermare ed identificare una persona di 50 anni, che usciva normalmente da casa da giorni per andare a caccia. Alla vista delle guardie si è dato alla fuga, rifugiandosi in casa inutilmente, infatti, dopo aver rincorso il cacciatore in compagnia del proprio cane da caccia e accertato che il cacciatore si è rifugiato in casa, gli agenti lo hanno invitato a consegnare il fucile e fornire le proprie generalità. Il cacciatore non ha opposto resistenza; ha subito consegnato l’arma. Le guardie ambientali del Wwf hanno prontamente provveduto ad identificalo e gli hanno contestato l'esercizio della caccia in periodo di chiusura generale. L’uomo è stato poi invitato a recarsi congiuntamente agli agenti presso la stazione carabinieri di Santa Maria di Castellabate, per procedere al sequestro dell'arma utilizzato per l'esercizio della caccia. L'attività di controllo antibracconaggio proseguirà nei prossimi giorni in quanto sono pervenute presso il nucleo guardie ambientali del WWF, numerose segnalazioni di atti di bracconaggio come la caccia al cinghiale che si verifica nel comune di Santa Maria di Castellabate. I cacciatori che verranno sorpresi ad esercitare la caccia in periodo di chiusura generale, rischiano la sospensione del porto di fucile per uso caccia e il sequestro dell'arma. Le persone sprovviste di porto di fucile e che abbattano fauna selvatica risponderanno di porto abusivo d'arma e furto venatorio rischiando di essere arrestati.

sabato 30 agosto 2008

Piano Migliato nel degrado, la denuncia del WWF


È preoccupante la situazione in cui versa in questi ultimi giorni il Piano Migliato di Calabritto. A raccontarci la situazione è Vincenzo Armenante, vicepresidenta del Wwf Campania.
“A nulla sono valse le rimostranze del WWF e di altre Associazioni tendenti a sconsigliare la messa in opera di queste strutture in località Piano Migliato, il più bel pianoro dei Picentini per la fioritura di Narcisi e Viole che si possono osservare in questo posto in primavera, con la presenza di un esemplare di Faggio eccezionale, del Picchio nero, del Nibbio reale, di tante altre essenze floristiche e specie faunistiche,compreso il Lupo. Durante gli incontri del tavolo del partenariato - PIT Parco fondi POR 2000/6-- per questo e per tutti gli altri progetti che si ritenevano negativi da realizzare (sperpero) e deleteri per gli aspetti naturalistici furono segnalati tutti, anche all'autorità ambientale che diede, tuttavia, il Nulla Osta alla realizzazione. Essendo quest'area ubicata in SIC e ZPS non si sa se fu fatta, seriamente, la Valutazione d'Incidenza. Le motivazioni contrarie sono dettate dalla presenza a pochi chilometri dell'altopiano Laceno , ben organizzato e con strutture di accoglienza simili; la valenza naturalistica è notevole. Si segnala, inoltre, l'inserimento di quest'area in zona C del Parco: un'assurdità. Su questa scelta tutti gli Enti hanno taciuto e non é stato mai sentito il Comitato Consultivo per le Aree Protette. L'impossibilità di una gestione non conveniente a qualcuno che giustifica la sua posizione sostenendo che il progetto che non avrebbe attratto visitatori”.
Ha verificato di persona la situazione?
“Si, uno di questi sabato, fine agosto, ho fato una bella passeggiata con la mia famiglia nella zona. In piena estate ed in una giornata incantevole, le persone presenti erano una ventina con 7 macchine, compresa la mia. Ho notato con rammarico che non c’era nessuna persona addetta alla sorveglianza, feci di vacca che ricoprivano tutta l’area e alcune strutture, come la staccionata, in pieno decadimento. E' presente un cartello in cui ognuno, entrando nell'area, si assume la responsabilità in caso di incidenti. Gli attrezzi possono essere utilizzati liberamente. Questo stato di cose é verificabile per altre strutture in zona B del parco. E' possibile che in tutte le altre Aree Protette campane, che abbiano fruito di questi fondi, molteplici sono i progetti che abbiano mal speso i contributi : non abbiano attratto turismo ed abbiano arrecato gravissimi danni agli ambienti naturali di superficie ed ipogei come la Grotta del Caliendo (PR Monti Picentini) ,presso il Piano Laceno ,nel Comune di Bagnoli Irpino”.
Cronache del Mezzogiorno del 30 agosto 2008

Tartaruga Caretta caretta salvata in zona Lago

Battipaglia-Tartaruga Caretta caretta è stata tratta in salvo dalla capitaneria di porto. E' successo nella mattina di ieri, intorno alle dieci. Presso la sala operativa del comando è giunta una segnalazione da parte di alcuni diportisti della presenza di una tartaruga marina con un amo impigliato a circa due miglia dalla costa nelle acque antistanti il Lido Lago di Battipaglia. Immediatamente si è provveduti ad inviare in zona il dipendente gommone G. C. B 69, il quale giunto in zona ha subito accertato che si trattava di una tartaruga marina appartenente alla specie Caretta caretta di circa 80 cm. La stessa tartaruga presentava un amo conficcato nella parte posteriore destra. Il personale a bordo dell'unità ha subito provveduto a liberare la tartaruga dall'amo permettendole di riprendere il mare regolarmente.

venerdì 29 agosto 2008

L'immagine si fa più chiara...


Chi cerca trova... se ci riesce... :-)