martedì 25 novembre 2008

GLI ANGELI E GLI ANIMALI

Gli angeli hanno due modi per manifestarsi agli uomini. La Bibbia li fa intervenire subito “in carne ed ossa” ,di colpo, presso i loro protetti, oppure li mostra mentre si rivelano ai profeti in splendide visioni. Nel Nuovo Testamento, le visioni di angeli come quelle al diacono Filippo (Atti 8, 26) ed a Cornelio (Atti 10, 3) sono più rari rispetto all’Antico Testamento. Gli angeli sono presenti alla nascita di Gesù, essi appaiono ai pastori di Betlemme per annunciare loro la buona novella e cantare la gloria di Dio (Lc 2, 8-20); essi sono anche alla tomba del Risorto, “vestiti di abiti d’un allucinante biancore” (Lc 24, 3) per consolare le donne ed incaricarle di un messaggio di speranza per gli apostoli (Mc 16, 7). Sempre negli Atti, noi vediamo un angelo liberare miracolosamente dalla prigione gli Apostoli (Atti 3, 19), poi Pietro (Atti 12, 7-10).
Santi e mistici conoscono questi due tipi di manifestazioni angeliche, che talvolta s’intrecciano e si completano: visione nell’estasi, prossimità palpabile e quasi materiale. Di più, quando essi non si presentano sotto parvenza umana, gli spiriti celesti si compiacciono di prendere delle forme per lo meno insolite, senza dubbio per motivi di discrezione, o di anonimato. Il caso più misterioso è quello del cane Grigio, che accompagnò San Giovanni Bosco (1815-1888) durante più di trent’anni. Apparso una sera del 1852, questo strano e molto intelligente animale arrivava sempre al momento in cui il santo sacerdote era in pericolo: una sera d’inverno egli rientrava a casa sua abbastanza tardi, scorse sul corso Regina Margherita un individuo che, imboscato dietro un albero, gli scaricò a bruciapelo due colpi di pistola. Fortunatamente non fu colpito. Allora l’uomo si gettò su Don Bosco, per ucciderlo, chi sa in quale modo! Egli lo avrebbe certamente strangolato, se in quell’istante un urlo spaventoso non avesse risuonato e se una bestia furiosa non si fosse lanciata sul dorso dell’aggressore. Il miserabile non ebbe che il tempo di fuggire, mentre Don Bosco, rientrato dalla sua emozione, accarezzava con gratitudine il pelo del bravo cane.
Don Bosco aveva numerosi nemici, chiaramente i Valdesi che, più d’una volta, cercarono di attentare alla sua vita. Una sera, due sicari lo strinsero in una stradina oscura di Torino: I due malviventi si precipitarono su di lui e gli incappucciarono la testa in un sacco. Dibattendosi, Don Bosco giunse a sbarazzarsi da quel cappuccio, ma allorché il più robusto di essi lo racchiuse così ermeticamente che fu impossibile chiamare aiuto. Egli stava per cadere alla loro completa mercé, quando un terribile ruggito scoppiò a due passi: era Grigio. In un secondo, egli ebbe liberato il suo padrone che, liberato dalla stretta, scorse uno dei due aggressori filare a tutta velocità, mentre l’altro, coricato a terra, era tenuto innocuo dai denti dell’animale applicati alla sua gola. “Chiamate il vostro cane, urlava l’uomo, mi strozza.- Io lo farò, se tu mi prometti di essere saggio. – tutto quello che volete”, disse il malandrino. Allora Don Bosco parlò alla sua buona bestia, che lasciò la presa, e l’uomo se ne fuggì a tutta velocità sulle sue gambe.
Un’altra volta, Grigio lo salvò da una banda di forsennati, giunti a prestar man forte ad uno di loro che aveva aggredito il sacerdote,ma don Bosco , robusto, aveva già sganciato un solido pugno al truculento che l’aggrediva con un bastone e che cadde a terra urlando: A quel grido, da tutti i cespugli vicini sorsero degli individui loschi, posti all’occorrenza per prestar man forte in caso di bisogno. Don Bosco era perduto: alcuni secondi ancora ed egli cadeva ucciso, quando l’abbaiare feroce del “Grigio” si fece sentire. Con alcuni salti egli fu là, ed ora, girava e rigirava intorno a Don Bosco grugnendo in modo eloquente e mostrando dei denti impressionanti. Uno ad uno i malandrini se la squagliarono nella vicina campagna.
Quel cane che, al momento provvidenziale, sorgeva da non si sa dove e se ne ritornava non si sa dove, e nessuno incontrò mai nelle vie di Torino, né vide mai mangiare o bere – benché i fanciulli del patronato gli avessero sovente presentato dei pezzi di carne o di zucchero -, si comportava in ben strana maniera: Una sera, anziché fargli da scorta, egli impedì chiaramente a Don Bosco di uscire da casa sua. Si allungò sulla soglia della sua dimora, e nessuno poté allontanarlo. Per una volta, egli si mostrava cattivo verso il suo padrone: se fosse stato necessario, lo avrebbe ballonzolato, respinto con tutta la forza dalla porta all’interno dell’alloggio. Prima di giungere a questo mezzo estremo, egli si accontentava di ruggire a gola chiusa. “Se non vuoi ascoltarmi, ascolta almeno questa bestia: essa ha più ragione di te”, disse a suo figlio mamma Margherita, che da una mezz’ora si opponeva all’uscita notturna. Don Bosco ascoltò la bestia, e ben gliene occorse, poiché meno d’un quarto d’ora dopo un vicino accorse per supplicare Don Bosco di non mostrarsi quella sera, poiché aveva sorpreso una conversazione indicante chiaramente che si preparava un attentato contro di lui.
L’ultima volta che Don Bosco vide Grigio, era nel 1883. egli si era perduto, ed il cane, che in tanti anni non aveva ancora preso un pelo bianco, benché lo affiancassa da ben trentadue anni – longevità perlomeno sorprendente – lo rimise sulla buona strada, poi lo accompagnò fin sulla soglia del patronato, prima di scomparire per sempre nella notte: San Giovanni Bosco è senza dubbio il solo uomo che abbia avuto un cane per angelo custode, od un angelo che si travestiva da cane. Quando, alla fine della sua vita, lo si interrogava sullo strano animale che si era istituito suo protettore , Don Bosco, si scusava e rispondeva sbiascicando: - Dire che era un angelo farebbe ridere. Ma non si può dire che fosse un cane come gli altri.
L’angelo custode della fondatrice francese Marie Du Christ (Raymonde Bonnenfant, 1907-1973) rivestiva la forma di un’aquila per portarla in bilocazione in dei viaggi lontani, mentre che quello di Anna Ebele (1917-1985) – la giovane ragazza tedesca ch’egli aveva protetta dallo stupro dei soldati – si manifestava come un passero che veniva a posarsi familiarmente sulla sua spalla o sulle sue mani: “Prendo questa forma al fine di poter conversare con te senza attrarre l’attenzione. Tu devi tenere nascoste tutte le grazie che ti fa il tuo Sposo”. Questi “travestimenti” non hanno nulla di sorprendente, quando si sa quello che accadde a Zeitoun, in Egitto, negli anni 1968-1969. la Vergine Maria si mostrò, silenziosa e circondata di luce, al di sopra della cupola dì una chiesa copta, visibile da migliaia di persone di ogni credo. Si potette anche fotografare quella sagoma luminosa, così come gli esseri misteriosi che l’accompagnavano: Inoltre, il giorno che vi era apparizione, vi erano sempre dei colombi giganti, tanto bianchi quanto la Vergine, che dapprima percorrevano tutto il cielo di quel quartiere.
Tutte le testimonianze coincidono: La seconda volta, erano dei piccioni in pieno cielo, verso le due del mattino, cosa che non poteva aver luogo perché, come voi sapete, i piccioni non volano mai la notte; ed erano dei piccioni di colore brillante, assolutamente brillante.
Quegli strani uccelli di luce avevano un comportamento perlomeno singolare: All’epoca delle apparizioni, vi erano delle stelle e dei piccioni. I piccioni apparivano, alcuni venivano al di sopra delle nostre teste e formavano una croce. Essi erano luminosi talvolta ed altre volte rassomigliavano a dei piccioni reali. Vi era talvolta della luce che partiva dai loro becchi o dalle loro code.
I fedeli erano convinti che erano degli angeli che facevano scorta alla loro Regina, e questo tanto più che diverse persone videro talvolta al loro posto delle sagome di adolescenti luminosi.
Don Marcello Stanzione

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