mercoledì 25 giugno 2008

Grazia Francescato risponde...


Nel suo libro “in viaggio con l’Arcangelo” si legge: “proteggendo la natura voi proteggerete l’anima mundi…e in questo modo aiutate l’anima individuale a resistere, a sopravvivere”. Cosa possiamo fare nel nostro piccolo per proteggere la natura soprattutto in un momento così difficile per la Campania?

Il futuro del Pianeta è nelle nostre mani, nelle mani di ciascuno di noi. Proteggere l'ambiente all'inizio di questo tormentato terzo millennio, vuol dire anche adottare stili di vita più sostenibili e più attenti nei confronti di Madre Terra, l'unica casa che abbiamo e che condividiamo con i nostri "inquilini" animali e piante.
Il primo criterio dunque è passare dal concetto di dominio sugli esseri viventi a quello di rispetto per la vita sul Pianeta. In termini concreti, vuol dire usare le risorse naturali (acqua, foreste, suolo) in maniera più razionale e più rispettosa, evitando gli sprechi e gli scempi.
Per esempio, spegnere la lucina rossa del led delle nostre televisioni può far risparmiare un quantitativo di energia pari a quella prodotta da una centrale nucleare.
Tante piccole azioni quotidiane, più amiche dell'ambiente, aiuteranno ognuno di noi a diventare un "viaggiatore leggero" sulla Terra e a far compiere un salto di qualità alla nostra coscienza collettiva, mantenendo il legame profondo tra l'anima mundi e l'anima individuale.
Un cammino di civiltà particolarmente importante per una regione come la Campania, dove il degrado dell'ambiente e quello dell'essere umano proseguono purtroppo di pari passo, come illustra con grande efficacia ed elevate qualità artistiche il film "Gomorra" (tratto dall'ononimo libro di Saviano).

Sull’emergenza rifiuti ci sono molte polemiche, soprattutto in Campania. Secondo lei quali provvedimenti andrebbero presi per salvaguardare l’Oasi di Persano?

Sull'emergenza rifiuti in Campania si sono fatte troppe polemiche e si sono prese troppo poche iniziative concrete. La terapia per tentare di uscire dal tunnel della "monnezza" è stata tratteggiata nel dettaglio dall'ottimo "rapporto della commissione interparlamentare sui rifiuti" che dovrebbe essere letta da ogni cittadino campano, soprattutto dagli amministratori.
In sintesi, occorre finalmente applicare la strategia delle 3 R: riduzione dei rifiuti all'origine, raccolta differenziata, recupero/riciclaggio.
Quanto ai termovalorizzatori, si può ricorrere - una volta percorsa questa prima fase del ciclo di smaltimento - a impianti a teconologia avanzata, tenendo presente però che non esiste il fuoco purificatore che ci sbarazza per sempre dalla "monnezza", ma che rimane comunque un 20, 30 per cento di sostanze e cenere, che vanno poi smaltite in siti idonei.
Va da se che, in Campania, la lotta contro la criminalità e la camorra deve riprendere con grande vigore, per contrastare il ruolo da protagonista che la malavita ha sempre avuto, e continua ad avere nella vicenda dei rifiuti.
Per quanto riguarda l'Oasi di Persano, è già salvaguardata - in teoria in quanto riserva regionale all'interno della quale è incastonata l'Oasi protetta dal WWF. E' evidente che, data la delicatezza dell'ecosistema fluviale che si vorrebbe tutelare, l'Oasi non può certo sopportare un'ennesima discarica visto che nel territorio ne sono già state fatte tre suscitando la legittima protesta delle popolazioni.
La tutela di Persano ha dunque un valore anche simbolico nella battaglia per proteggere la natura della Campania e per rispettare le giuste esigenze degli abitanti locali.

È possibile evitare di ricorrere alle centrali nucleari per risolvere in breve il problema dell’energia elettrica?

Ovviamente si. Il nucleare, che oggi rispunta in "versione buonista" perchè non produce gas serra e quindi non contribuisce ai cambiamenti del clima, non risolve i nostri problemi di dipendenza energetica, che saranno invece alleviati se punteremo con decisione sull'efficienza energetica e sulle fonti rinnovabili (solare in testa). Il nucleare, infatti, presenta una serie di problemi sia dal punto di vista ambientale (scorie, smantellamento degli impianti, eventuali fughe radioattive,) che dal punto di vista economico (il ciclo è costosissimo e ci vorrebbero notevoli finanziamenti pubblici che andrebbero ad arricchire le imprese private del settore).
Inoltre bisognerebbe costruire 3 centrali al mese per 60 anni per raggiungere il 20 per cento di produzione e dare così un contributo per arginare il cambiamento del clima.
Il nucleare dunque, è un ritorno al passato: la via del futuro passa attraverso il sole, il vento, le rinnovabili e tanta tanta ricerca sulle energie del terzo millennio.

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