Parte a settembre presso il Parco del Cilento e vallo del Diano il primo ciclo di incontri “Emigranti di prua. Cantieri per un futuro migliore”.
• il senso arcaico del tempo
• l’incapacità di cooperare e fare sistema
• la paura del rischio
• lo spreco di risorse umane e finanziarie
• la presunzione di intelligenza e creatività
• la preferenza accordata agli stereotipi, piuttosto che all’analisi razionale
• l’infantilismo e il pressappochismo
• il clientelismo
• il rapporto tra religione e superstizione.
Per ogni incontro sarà individuato un relatore competente, prestigioso, accattivante, divulgativo, ma non banale. Ognuno dei nove incontri si ripeterà circolarmente in ciascuna delle sei località-fari.
“Emigranti di prua” è la prima parte di un progetto di formazione permanente della popolazione locale ma anche dei turisti, attraverso incontri e seminari aperti al pubblico che va sotto il titolo “Università invisibili”. Obiettivo del progetto è stimolare un percorso di rinnovamento e modernizzazione del territorio, per superarne il provincialismo, l’inerzia e l’autoreferenzialità. Il target di riferimento è individuato nella figura del giovane laureando con la sua cultura e i suoi bisogni di persona e di cittadino. La mission di “Università invisibili”, è identificata in sei azioni:
• fornire maggiore consapevolezza della realtà in cui si vive
• fornire strumenti concettuali per comprendere il proprio territorio
• analizzare scientificamente questioni che coinvolgono il Parco (energia, sostenibilità, ecc.)
• ricostruire e recuperare le radici storiche del Parco e delle sua gente
• costruire scenari attendibili del futuro del Parco e della sua gente
• affrontare temi inconsueti.
Gli incontri e i seminari saranno realizzati in sei località, dislocate sul territorio in modo da coprirlo equamente:
• Ascea-Vallo,
• Agropoli-Capaccio,
• Laurino-Stio,
• Teggiano,
• Vatolla-S.Maria di Castellabate,
• Area del Bussento Policastro.
Sulla scorta di quanto è stato sperimentato nella città di Curitiba, in ognuna di queste località vi sarà un “faro”, cioè una sede fisica, animata da un’associazione locale, in cui si svolgeranno sistematicamente i seminari e gli incontri.
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