Fervono i lavori per il Piano del Parco Regionale dei Monti Picentini. Abbiamo chiesto al presidente del Parco, dott. Sabino Aquino, di raccontarci cosa sta accadendo.
“Il Piano di Sviluppo Socio-Economico del Parco Regionale dei Monti Picentini sperimenta il metodo della programmazione in una logica orientata a cogliere ed esaltare le sinergie tra le potenzialità delle risorse ambientali naturali e storiche, sociali ed economiche del contesto del comprensorio, come tra le politiche per lo sviluppo sostenibile. Negli anni Ottanta, ha cominciato ad affermarsi l’idea che i Parchi non debbano essere concepiti quali territori oggetti di mera tutela ambientale quanto essere inseriti in un discorso strategico più ampio, capace di integrare politiche di vincolo a politiche di spesa. Tale idea si è concretizzata in un nuovo indirizzo politico che ha ispirato la Legge Quadro 394/91 la quale concepisce il Parco come espressione di strategie di gestione e di valorizzazione, coinvolgenti le istituzioni locali e tali da raccogliere il necessario consenso pubblico, locale e nazionale, senza rinunciare all’efficacia gestionale. Si tratta di avviare un concreto processo di programmazione interattiva tra territorio ed enti di programmazione, che coinvolge e necessita dell’attiva cooperazione degli enti territoriali interessati. Tale processo richiede una presa di coscienza e la partecipazione responsabile nonché l’integrazione tra indirizzi politici centrali e obiettivi di valorizzazione delle risorse locali, in un’ottica di sviluppo sostenibile. In tale contesto, nella stesura ed elaborazione del Piano, si dovrà avere la partecipazione delle istituzioni pubbliche e private attive in tutti i settori della vita sociale, culturale e produttiva, chiamate ad una nutrita serie di consultazioni finalizzate all’ascolto delle istanze, da parte del Gruppo di studio, e ad una autentica e proficua interlocuzione con i protagonisti. Il Piano dovrà anche esplicare una valida premessa al Piano Territoriale Regionale, in corso di approvazione presso gli organi Regionali, risolvendo un’istanza politica avvertita dalle Amministrazioni degli enti territoriali appartenenti al Parco. Ciò equivale a una necessità di fondare su una solida e affidabile base di studi e programmi nella sfera socio-economica, il processo di pianificazione del territorio. Il Piano Socio-Economico dovrà pervenire, con la ricca analisi ambientale, ad un quadro unitario di riferimento strategico per la tutela ambientale e lo sviluppo territoriale, configurandosi quale strumento di “messa a sistema” dei molteplici programmi delle istituzioni e degli strumenti che esprimono la coalizione pubblico-privata in taluni, significativi, casi di intervento sul territorio”.
“Il Piano di Sviluppo Socio-Economico del Parco Regionale dei Monti Picentini sperimenta il metodo della programmazione in una logica orientata a cogliere ed esaltare le sinergie tra le potenzialità delle risorse ambientali naturali e storiche, sociali ed economiche del contesto del comprensorio, come tra le politiche per lo sviluppo sostenibile. Negli anni Ottanta, ha cominciato ad affermarsi l’idea che i Parchi non debbano essere concepiti quali territori oggetti di mera tutela ambientale quanto essere inseriti in un discorso strategico più ampio, capace di integrare politiche di vincolo a politiche di spesa. Tale idea si è concretizzata in un nuovo indirizzo politico che ha ispirato la Legge Quadro 394/91 la quale concepisce il Parco come espressione di strategie di gestione e di valorizzazione, coinvolgenti le istituzioni locali e tali da raccogliere il necessario consenso pubblico, locale e nazionale, senza rinunciare all’efficacia gestionale. Si tratta di avviare un concreto processo di programmazione interattiva tra territorio ed enti di programmazione, che coinvolge e necessita dell’attiva cooperazione degli enti territoriali interessati. Tale processo richiede una presa di coscienza e la partecipazione responsabile nonché l’integrazione tra indirizzi politici centrali e obiettivi di valorizzazione delle risorse locali, in un’ottica di sviluppo sostenibile. In tale contesto, nella stesura ed elaborazione del Piano, si dovrà avere la partecipazione delle istituzioni pubbliche e private attive in tutti i settori della vita sociale, culturale e produttiva, chiamate ad una nutrita serie di consultazioni finalizzate all’ascolto delle istanze, da parte del Gruppo di studio, e ad una autentica e proficua interlocuzione con i protagonisti. Il Piano dovrà anche esplicare una valida premessa al Piano Territoriale Regionale, in corso di approvazione presso gli organi Regionali, risolvendo un’istanza politica avvertita dalle Amministrazioni degli enti territoriali appartenenti al Parco. Ciò equivale a una necessità di fondare su una solida e affidabile base di studi e programmi nella sfera socio-economica, il processo di pianificazione del territorio. Il Piano Socio-Economico dovrà pervenire, con la ricca analisi ambientale, ad un quadro unitario di riferimento strategico per la tutela ambientale e lo sviluppo territoriale, configurandosi quale strumento di “messa a sistema” dei molteplici programmi delle istituzioni e degli strumenti che esprimono la coalizione pubblico-privata in taluni, significativi, casi di intervento sul territorio”.
1 commento:
Accidenti quanto parla !
;-)
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