mercoledì 25 giugno 2008

Azione antibracconaggio nel Parco dei Monti Lattari



Proseguono le operazioni antibracconaggio delle guardie giurate del WWF nucleo di Salerno. Congiuntamente alle guardie venatorie dell’ITALCACCIA, nella tarda serata di lunedì 23 giugno hanno fermato a Nocera due bracconieri nel Parco dei Monti Lattari e sono stati coinvolti in un’operazione che si è rivelata molto particolare. Le guardie avevano avuto segnalazioni da parte di privati che lamentavano l’esercizio nel Nocerino della caccia in orario notturno da parte di bracconieri impegnati a catturare nelle zone di Nocera cinghiali e animali selvatici in aree protette, come l’area Parco, e in periodo di chiusura generale della caccia che è possibile dalla seconda domenica di settembre al 31 di gennaio. I bracconieri creano pozze d’acque artificiali circondate da cibo, per attirare i cinghiali e poterli poi sparare nascosti a distanza di tiro. I bracconieri, in questa loro attività commettono il reato di introdurre armi all’interno del Parco, violando la legge che proibisce l’introduzione di armi come il fucile da caccia nei parchi. L’appostamento avvenuto lunedì è durato tre ore circa, dalle sei del pomeriggio alle nove della sera. Quando gli agenti stavano per abbandonare il campo hanno visto giungere in lontananza, come dicevano le segnalazioni, una macchina con a bordo due persone, risultati bracconieri. Dopo essersi qualificati, gli agenti hanno chiesto ai due di fornire le generalità. Questi in un primo momento hanno opposto resistenza, rifiutandosi di fornire documenti di riconoscimento. In un secondo momento il più temerario dei due, dopo aver imbracciato il fucile, ha iniziato a minacciare gli agenti operanti. Viste le continue resistenze da parte dei due a dare un documento di riconoscimento, le guardie del WWF si sono viste costrette a chiedere l’appoggio di una pattuglia dei carabinieri. Capita la gravità della situazione, uno dei due ha recuperato l’arma nell’autovettura e ha minacciato le guardie intimando agli agenti di allontanasi “ho un’arma, andatevene”. Non ottenendo i risultati sperati, il bracconiere si è dato alla fuga sprezzante dei continui inviti a fermarsi da parte degli agenti. “La fuga in questi casi non serve ad evitare una denuncia — ci spiega il dott. Mario Monoliti, Coordinatore Regionale Guardie Giurate WWF— e il bracconiere, persona appassionata di caccia, non evita certamente in questo modo di perdere il porto d’armi; molti, infatti, tendono a occultare il corpo del reato, perché un fucile ha un codice che fa risalire al proprietario e cercano di far passare l’arma per un bastone o un banale pezzo di legno. L’epilogo della vicenda è stato che il bracconiere rimasto sul posto ha ricevuto una telefonata dall’amico che, rimasto ferito per aver fatto un volo da uno strapiombo di 40 metri senza mai perdere da mano il fucile, si è salvato grazie alla presenza di un albero riportando rotture alle braccia e ad una gamba oltre a lesioni in varie parti del corpo. Per trarre in salvo l’uomo sono intervenuti i vigili del fuoco che attraverso attrezzature particolari hanno lavorato fino alle tre del mattino ed hanno poi lasciato l’uomo alle cure dell’ambulanza chiamata sul posto. La fortuna dell’uomo è stata che, in seguito al volo, non è svenuto ed è riuscito a telefonare l’amico per chiedere aiuto. Una volta rimessosi il fuggitivo sarà comunque denunciato per resistenza e minaccia a pubblico ufficiale, introduzione di armi in aree protette, esercizio della caccia in periodo di chiusura generale e rifiuto di dare generalità, una circostanza aggravata anche dal fatto che in molti dei presenti accorsi a seguito dell'incidente, hanno più volte accusato gli agenti di essere i responsabili di quanto accaduto, quasi fosse normale andare a caccia in periodo di divieto generale ed in un'area parco. Questa situazione evidenzia con estrema drammaticità i rischi a cui sono quotidianamente esposti gli agenti che operano per la prevenzione e la repressione dei reati in materia di caccia. Questo triste episodio, insieme a quelli più recenti di Positano, Campagna oltre quelli verificatisi in pieno Parco del Cilento, evidenziano sempre più come queste aree di particolare pregio e valenza ambientale oltre che faunistica e turistica, siano sempre più spesso in balia di poche persone per le quali non esiste alcuna legge o regola e che con il loro modo di fare coinvolgono loro malgrado tanti altri cacciatori rispettosi delle leggi che regolamentano il prelievo venatorio. A seguito di questo ennesimo episodio sarà presentata una specifica richiesta ai Presidenti degli Enti Parco, al Questore ed al Prefetto, affinché sia garantita una maggiore azione di controllo al fenomeno del bracconaggio, un fenomeno illecito troppo spesso tollerato. Il WWF continuerà la propria azione di tutela e salvaguardia, cercando di evadere tutte le segnalazioni che perverranno ai propri uffici ma anche attraverso un più capillare e costante controllo del territorio ”.
publicato sul quotidiano "Cronache DEL MEZZOGIORNO" il 26 giugno 2008
"inaccia guardie forestali con fucile: braccoiere nei guai"

1 commento:

Cinghiale nerostellato ha detto...

Nooo se la prendono sempre con noi :(