domenica 31 maggio 2009

Moria di pesci nel fiume sele, il WWF dà l'allerta

Riporto una notizia sconcertante di cui sono venuta a conoscenza da poco...


E' di alcuni giorni fa la notizia di una ingente quantità di pesci ritrovata morta lungo le rive del fiume Sele, nel tratto a valle della caserma militare di Persano. La scoperta, effettuata da alcuni tecnici del Dipartimento di Scienze farmaceutiche dell'Università di Salerno, è avvenuta durante la periodica sessione di campionamento delle acque, svolta nell'ambito del programma di monitoraggio del fiume Sele, finanziato dall'Autorità di Bacino Interregionale. I pesci (quelli visibili ammontavano ad alcune decine di chilogrammi) risultavano già in avanzato stato di putrefazione, ma ciò che ha ulteriormente preoccupato gli operatori, è aver notato che nella stessa zona c'era anche una gran quantità di altri animali morti come lumache e girini. "L'evento è quanto mai sconcertante se si pensa che in questo periodo i livelli idrici del fiume si sono mantenuti costantemente elevati e quindi in grado di diluire eventuali fonti di inquinamento", ha affermato Alberto Gentile, direttore del WWF Salerno e responsabile delle acque e della fauna ittica. "Il fatto che gli esemplari si distribuissero in maniera più o meno omogenea lungo le sponde, fa pensare che siano stati trasportati dalla corrente, quindi necessariamente l'eventuale contaminazione si è verificata nella zona più a monte. Non essendoci attività industriali, capaci di provocare simili danni, il pensiero corre subito ai fitofarmaci utilizzati in agricoltura. E' possibile infatti che qualcuno abbia lavato i serbatoi per il diserbo direttamente in acqua o peggio ancora abbia riversato il materiale in eccesso nel fiume Sele".
Il problema di questi fenomeni di contaminazione è che non lasciano presenza in acqua, anche se provocano gravi danni alla comunità biologica acquatica. Si spera che le prossime indagine svolte dal Dipartimento di Scienze Farmaceutiche possano chiarire la portata dei danni subiti dall'ecosistema. Resta comunque il problema della tutela delle nostre acque interne, che diventerà sempre più difficile se le istituzioni non smetteranno di essere miopi e affronteranno in maniera seria e rigorosa il tema della vigilanza e del controllo di tutte le attività produttive situate in prossimità dei nostri corsi d'acqua.

1 commento:

Campobase ha detto...

ho risalito il fiume Sele in canoa e non immaginavo di trovare tanta vita sulle sue sponde: comorani, gallinelle d'acqua, aironi, gabbiani, folaghe, un falco di palude e anche un nido di nutrie. Il grosso problema è che tali rive sono anche piene di bottiglie di plastiche e di ogni altro genere di rifiuto. Abbiamo una grande risorsa che va valorizzata ed è ora che le nostre amministrazioni se ne accorgano.